AltaRomAltaModa gennaio 2007, un bilancio di Riccardo Mazzoni 3/4
Come si può ben vedere, l'offerta, completata da tante altre manifestazioni collaterali, come ad esempio la mostra di Malena Mazza o la presentazione di un libro su Irene Brin, si è notevolmente allargata, raggiunge un pubblico più vasto, stimola, od almeno dovrebbe stimolare, giudizi appronditi e riflessioni corpose, che non badino solo ad un commento superficiale ma che analizzino la struttura AltaRomAltaModa creatasi. Ormai, la manifestazione di moda romana non è una Cenerentola, non è una versione povera delle sfilate italiane, è un contenitore di eventi di alto spessore motivato alla base da un solido progetto.
Infatti, come indicato dal Presidente Dominella, AltaRoma ha stretto un accordo con il suo corrispettivo parigino. Inoltre, si tenterà una federazione con le altre sedi di Firenze e Milano. Il tutto, nella direzione di far convergere le forze verso un unico soggetto che si muova con maggior spessore nel mondo, un vero tentativo di superare la sempre presente realtà italiana, composta da medie e piccole-molto piccole imprese. E' l'unico modo per emergere o, per meglio dire, per non venir schiacciati definitivamente.
Apertura significa anche ospitare artisti stranieri: è il caso di di Annette Kolling e Yulia Yanina, che hanno portato, rispettivamente, un tema ricavato dal dipinto Man in Black di Gerard Terboch, del 1673; le creazioni di una delle appartenenti alla nuova generazione di stiliste moscovite.
(articolo pubblicato il 31/01/2007)
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Beppe Modenese, foto di Riccardo Mazzoni
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