Le intercettazioni, un nodo dolente tra privacy, giustizia ed etica di Silvia Buffo 1/1
L'enorme polverone delle intercettazioni si estende a nuovi protagonisti fra cui D'Alema, Consorte, La Torre, Fassino.
Nei vari dialoghi intercettati e riportati sui maggiori quotidiani nazionali, Consorte spiega a D'Alema che riusciranno ad avere il 70% di Bnl e D'Alema ribatte, come già ha commentato il giornalista Marco Travaglio, con inni da stadio: "Facci sognare". Consorte riferisce il tutto in un'altra telefonata anche a Fassino. Ed infine il "ritorno" di Ricucci che parlando al telefono con Consorte scherza con una battuta tanto ironica quanto compromettente: "datemi una tessera dei Ds".
La Torre, in una seguente telefonata, lo definirà "compagno", ed ancora La Torre a Ricucci: "Ormai sei diventato un pericoloso sovversivo. Rosso oltretutto!".
Di fronte alle intercettazioni ognuno di noi si deve chiedere come i seguenti campi: privacy, giustizia ed etica siano intrecciati tra loro, e riuscire a decidere dove sia e quale sia la verità. A tal proposito, un suggerimento proviene in maniera assai trasparente dal ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro, presente alla celebrazione dei cento anni di Confindustria a Bergamo: "le intercettazioni telefoniche che hanno rilevanza penale non devono poter essere fermate da nessuno, neanche dal Parlamento". La materia stessa per la giustizia non le deve essere sottratta.
Di Pietro ha puntualizzato come "molto spesso in questo Parlamento quando si tratta di autorizzare a procedere, per accertare fatti e circostanze di persone coinvolte, se si tratta di parlamentari, c'è sempre qualche intoppo e qualche ragione per cui l'investigazione non può svolgersi". Sempre quindi da un punto di vista della giustizia, Di Pietro ha ulteriormente puntualizzato che i parlamentari devono essere considerati alla pari dei normali cittadini.
Successivamente, entra in campo la questione privacy, insieme a quello della giustizia già citato: la legge Boato, applicata dal giudice Forleo, rappresenta un attacco al sistema democratico? E' difficile crederlo: se così fosse sarebbe davvero un paradosso, poiché al contrario la legge è a tutela proprio della democrazia, di cui se ne fanno portavoce nelle campagne elettorali proprio alcuni tra i protagonisti dell'attuale "scandalo".
Sulla questione etica, rimane lo sconcerto per la coerenza e credibilità dimostrata dai protagonisti della vicenda. Non si parla tanto di coscienza morale, però le azioni dei parlamentari non dovrebbero tradire o contraddire il loro scopo, quelle a tutela della democrazia.
Inoltre, appare fin troppo evidente che esistono "due pesi e due misure", e cito questa frase comune tra virgolette perché le generalizzazioni non sono il mio mestiere, però si nota con troppa violenza che i parlamentari sono da una parte, e tutti i restanti cittadini italiani dall'altra.
E' una disparità troppo forte e la storia spesso ha insegnato che l'evoluzione naturale della società è quello di non reggere in modo indefinito tale situazione.
(articolo pubblicato il 15/06/2007)
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