Lezioni di piano di Jane Campion di Emanuela Perozzi 2/3
Lezioni di piano � un film che sconvolge lo spettatore perch� lo pone di fronte ad una scelta incomprensibile che diviene tanto quella della diegesi tanto quella della psiche interna del personaggio che la compie: Ada � una donna che non parla, che ha "scelto" di non parlare da quando all'et� di sei anni le � capitato qualcosa che ha interrotto il corso invisibile della sua natura, di quella vitalit� di immagine creativa e fantasiosa che ora osserviamo nella sua bambina di 9 anni, la sola con cui Ada riesca a comunicare il suo mondo silenzioso. Da subito, nella stessa storia che racconta, la Campion entra, con il tramite di una donna muta, nella metafora che pi� le sta a cuore svelarci: esiste un altro modo di comunicare, un modo pi� profondo e latente che arriva solo laddove sussista il terreno del sentire, del lasciarsi andare di pancia a leggere negli occhi di Ada tutto ci� che la sua voce ha smesso di pronunciare. E la donna � quella creatura che pu� usare tanto la melodia del pianoforte quanto un impercettibile movimento del capo, tanto l'imprevedibilit� delle sue azioni quanto la forza delle sue scelte azzardate, per dire di esserci. Ed esserci come donna libera, indipendente e moderna. Il silenzio in cui Ada si adagia appare come la difesa pi� estrema da una propria identit� perduta in un tempo troppo distante per essere rincorso. Ma nello stesso tempo la sua natura primordiale non � mai stata intaccata dalla verbalit� cerebrale, dalla realt� di un mondo che ragiona di testa e osserva in superficie. E' come se Ada fosse rimasta alla bellezza originaria di una vita di istinti, di sensazioni primarie, non filtrate dalla piccolezza della materialit�, immerse nel mondo straniante del suo mutismo, della sua musica. Ed abbia fatto di tutto ci� un tesoro inestinguibile per rendersi invulnerabile agli attacchi sottili di chi la teme osservandola come un oggetto misterioso. E' grazie all'istinto che Ada riconosce la malattia cieca e razionale di suo marito. Il pianoforte che egli le negher�, costringendola a separarsene in modo traumatico, � solo il primo gesto della pulsione annullante che lui le riserver� e che lei riuscir� a comprendere a livello inconscio, irrazionale. Apparentemente indifesa nel suo mutismo ma forte e determinata nel difendere il suo mondo, sua figlia e il piano che ha attraversato con loro l'oceano. E' proprio questa chiarezza nel vedere, e nel sentire, che salver� Ada da un rapporto distruttivo in cui potrebbe facilmente cadere se si lasciasse intrappolare dal conformismo di una societ� che impone regole di buon costume da sempre castranti il desiderio e la figura vitalistica femminile.
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(articolo pubblicato il 31/03/2007)
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