Lezioni di piano di Jane Campion di Emanuela Perozzi 1/3
Terzo film della regista neozelandese Jane Campion, Lezioni di piano (1993) è una delle storie d'amore più belle che siano mai state raccontate. Senza farsi ingannare dall'ambientazione storica (siamo nel 1850) e dal romanticismo che accarezza le immagini pur rimanendone ai margini, la Campion da vita ad un film lontano anni luce da quel cinema languido ed elegante che si guarda allo specchio fregiandosi delle proprie eleganze stilistiche ed espressive, e che non può prescindere da un certo tipo di letteratura ottocentesca per anime dalla lacrima facile, per signorine raffinate.
E' tutt'altro che questa l'immagine femminile che Jane Campion ricerca, immagina e plasma. L'investigazione che la regista opera è sull'estremismo della figura femminile, della donna che racchiude in sé la forza rivoluzionaria della ribellione. I sentimenti che attraversano la pellicola, tanti e radicali, sono il bagaglio che la donna porta inevitabilmente dentro sé per lasciarsi accettare da chi saprà comprenderla. La protagonista del film utilizza le sue sensazioni più primordiali come strumenti per affermare la sua realtà di donna. Una realtà che spesso finirà per scontrarsi contro la lucidità di Stewart, l'uomo sconosciuto che suo padre, un uomo ugualmente sconosciuto nel suo manifestarsi indifferente e tiranno, ha scelto per lei come marito.
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(articolo pubblicato il 31/03/2007)
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