Qualcuno volò sul nido del cuculo di Emanuela Perozzi 2/3
La storia ruota intorno al personaggio di Randle McMurphy (Jack Nicholson), un piccolo malvivente che, dopo l'ennesima condanna per aggressione, si finge pazzo per evitare il carcere ma si ritrova a "volare sul nido del cuculo", un modo di dire che in America significa simbolicamente proprio l'internamento in manicomio. Il ribelle e sovversivo McMurphy si troverà ad affrontare una dura prova di sopravvivenza all'interno di quell'universo straniante e depersonalizzante che è il manicomio, un mondo a parte da cui poi diventa difficilissimo per i pazienti riemergere come "persone" dotate di dignità e amor proprio.
Il regista cecoslovacco Milos Forman non esita ad "alzare il coperchio" sui nostri più radicati tabù spalancando lo sguardo sulla realtà della follia umana, troppo spesso oggetto di omertà e pregiudizi dettati dalla paura del diverso.
Attraverso gli occhi del protagonista, il film ci conduce delicatamente a scoprire cosa si nasconde dietro tale follia e ci mostra come spesso, purtroppo, siano le stesse strutture ospedaliere a funzionare come barriera sociale che isola chi invece andrebbe curato e recuperato soprattutto da un punto di vista umano all'interno della Società.
Infatti nella vita del manicomio, organizzata nei minimi dettagli dalla lucida e controllata infermiera Ratched (Louise Fletcher), non c'è spazio per i rapporti umani, non vi è tentativo di riportare i pazienti ad una condizione di interazione sociale su una base che sia di affettività e vitalità, anzichè di controllo e castrazione di ogni più elementare bisogno. La giornata è scandita esclusivamente da cure farmacologiche infinite e inutili, da sterili sedute di psicoterapia di gruppo che nella "migliore" delle ipotesi risultano consolatorie (e quindi non curative), nella peggiore diventano dei mezzi per umiliare i malati con un sottile sadismo di fondo; o ancora, si articola in altri sciocchi passatempi organizzati più che altro per sottolineare ancora una volta la condiscendenza con cui vengono trattati i pazienti.
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(articolo pubblicato il 30/04/2007)
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