Cinquant'anni passati tutti d'un...Trattato! di Chiara Comerci 1/2
La cerimonia coi protagonisti, foto di Riccardo Mazzoni
Roma. Gli avvenimenti che hanno portato all'Europa come la conosciamo oggi hanno avuto tempi lunghi e densi di ostacoli: all'uscita dal secondo conflitto mondiale molte erano le questioni da affrontare, prima fra tutte quella del secolare dissidio tra Francia e Germania. Per la soluzione di tale problema sei paesi, Belgio, Francia, Italia, Germania, Lussemburgo e Paesi Bassi, gettarono le basi per una collaborazione comune. Nacque così, col Trattato di Parigi del 1952, la Comunità del Carbone e dell'Acciaio (C.E.C.A.). Nell'incoraggiare gli sforzi tesi a creare concordia ed unificazione tra i paesi europei si fece strada anche l'idea di una Comunità Europea di Difesa, in accordo con il difficile periodo della Guerra Fredda, allora un argomento di scottante attualità. Il progetto fallì, e s'impose una nuova ricerca di strumenti che portassero a rinsaldare l'unione dell'Europa occidentale. La direzione intrapresa fu quindi quella del commercio, della creazione di un mercato unico con libera circolazione di merci, servizi e lavoratori. Ed è su queste basi che il 25 marzo 1957 vennero firmati a Roma, dai sei paesi della C.E.C.A., i Trattati sulla Comunità Economica Europea (CEE) e sulla Comunità Europea dell'Energia Atomica (Euratom), chiamati anche Trattati di Roma. A quel tempo molti erano gli scettici, il progetto era veramente ambizioso. Ma, sebbene con molte battute d'arresto (L'Euratom non riuscì mai ad essere pienamente applicato), i risultati del lavoro svolto in questi anni sono sotto gli occhi di tutti.
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(articolo pubblicato il 15/04/2007)
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