Se un giorno, alla stazione, un viaggiatore di Riccardo Mazzoni 2/2
Sono persone fiere, i viaggiatori raffigurati. Guardano lo spettatore, viaggiatore anch'esso, con dignità assoluta. Non si scompongono, non provano compassione per chi ancora non è arrivato alla meta né provano gusto nel vedere la stanchezza, l'impazienza, la noia del viaggio. Osservano senza dare giudizi, con serenità. Si sentono radicati nel luogo dal quale sono partiti ma non programmaticamente legati alla loro terra. Sicuramente dispiacerà andar via ma sono uomini forti, che affrontano il viaggio, il luogo di destinazione ben consci che quella sarà la realizzazione dei loro obiettivi. E comunque non è detto che non potranno ritornare indietro. Persone severe, come la vita lo è stata con loro.
L'artista Talani, nella nostra intervista, sottolinea anche un altro aspetto molto importante: la sobrietà del viaggio. Non solo le figure rappresentate portano con sé i valori prima espressi ma anche mostrano come il viaggio sia, soprattutto, sobrio, realizzato senza clamori, senza pubblicità. Il viaggio allora si prefigura, innanzi tutto, prima della partenza reale, come un viaggio interiore, di ricerca di sé stessi, che propone come estetica quella della scelta della meta da raggiungere e con quale mezzo, senza che vi sia obbligo alcuno di spiegare perché si parte. Qualunque sia il motivo, sempre la dignità prevale, e ricorda molto alcune foto dei nostri cari emigranti che, con lo stesso spirito, sono partiti per gli USA agli inizi del '900.
(articolo pubblicato il 25/09/2006)
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