Project financing all'italiana di Riccardo Mazzoni 2/2
Innanzi tutto è la mancanza di richiesta di grandi opere. In Italia prevale la richiesta di opere medio-piccole, alle quali mal si adegua il project financing. Poi, la presenza immobilizzante della burocrazia frena decisamente l'agilità dello strumento in esame.
Una soluzione è ardua a trovarsi. Cambiare mentalità è un processo lento. Puntare ad amalgamare gli aspetti positivi del project financing con la realtà italiana, considerando le sue specificità e le sue lentezze, pertanto cercare e realizzare una mediazione tra le due realtà, è forse la strada, anch'essa lenta ma sicura, per provare ad innestare maggiormente il project financing nel tessuto progettuale italiano. L'Italia non deve rimanere indietro, perché lo è già troppo.
Proporre, stavolta a proposito e non come battuta, un project financing all'italiana, che tenga conto della specifica reltà, sarebbe un ottimo metodo per adottarlo con maggiore profitto. Esattamente come succede nell'informatica, nella quale l'interfaccia di una applicazione è uno standard stabile mentre la sua implementazione varia a seconda delle esigenze. Riadattare, costruire un nuovo percorso, indipendente, per il project financing sicuramente porterà alle imprese e allo Stato, costituito da noi cittadini, grandi benefici.
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(articolo pubblicato il 04/10/2006)
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