Aboliamo i pregiudizi sulle identità extra-nazionali di Silvia Buffo 2/2
Ciò che si innesta nel quotidiano costantemente, tanto da apparire come normale, al contrario richiede una riflessione per capire il perché di azioni xenofobe insite nella società. Fondamentalmente la società, prendendo ad esempio specifico quella italiana, non appare come chiusa ed ostile all'integrazione di stranieri ma le complicazioni a ciò connesse vi sono.
Il razzismo può essere insito nella natura umana, non intesa nella sua primordialità ma il riferimento è ad una natura psichica e storica, e tradursi con il semplice significato di paura di ciò che è diverso culturalmente, somaticamente, per fattori economici o religiosi. Con la forza della ragione si dovrebbe superare questo limite.
Il problema si ripropone attualmente e offre conferma che le azioni razziste non si limitano, ad esempio, allo stadio. Sono trascorsi ormai due mesi dall'omicidio di Vanessa Russo, verificatosi il 26 aprile scorso nella metropolitana di Roma. Non risulta affatto facile affrontare l'episodio da un unico punto di vista poiché se si volge lo sguardo alla vita spezzata, lo sguardo sarà pieno di rabbia verso i colpevoli. Se si guarda al perché di questo incidente-omicidio, lo sguardo si perde su problematiche assai più ampie che potrebbero provocare per certi versi comprensione per le carnefici.
Il perché è strettamente legato alla nazionalità delle ragazze colpevoli: sono rumene. Questo fa pensare che sono sì carnefici, ma anche vittime di un 'enorme discriminazione che le ha condannate e apostrofate come straniere assassine, come molti quotidiani e mass media hanno comunicato, prima che vi fossero le prove della loro identità nazionale. Si dovrebbe pertanto riflettere sulla condizione degli immigrati e, più che giudicare superficialmente, chiedersi il perché arrivino a compiere gesti di questa spaventosa entità.
Ciò potrebbe essere dovuto alla loro disagiata condizione che degenera in tanta rabbia verso la nazione che dovrebbe accoglierli, od anche per le relazioni difficili, per le discriminazioni, per l'odio ricevuto, perché qualcuno potrebbe approfittare della loro più debole condizione di essere stranieri e trattarli non con la dignità che meritano. D'altronde ignoranza e insensibilità sono sempre ben disposte verso gli stranieri, questa è ormai certezza collaudata. Per abbattere il pregiudizio bisogna confidare nell'umanità che è insita in ogni persona e pensare che, quando si rovescia in rabbia o qualora si perda quest'agire umano, c'è sempre il motivo relativo ai quotidiani maltrattamenti.
Inoltre è naturale che si debba considerare anche l'ipotesi che esistano persone senza scrupoli capaci di uccidere squallidamente conficcando in un occhio un ombrello. Però non è certo la nazionalità delle persone che fa la "brava gente". Dunque, a tutti i costi, non bisogna generalizzare né farsi soccombere dall'ignoranza del pregiudizio.
(articolo pubblicato il 30/06/2007)
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