La caccia alla streghe di Alba Jimenez 2/2
La seconda parte della
mostra spiega come si sono costruiti gli stereotipi sulle streghe, stereotipi
che sono arrivati ai nostri giorni (capelli lunghi, scopa, cappello a
punta, cattiveria). Queste idee sulle streghe si sono raccolte in libri
dell’Inquisizione. In fatti, nell’esposizione si può vedere un
esemplare dalla fine del quindicessimo secolo. A “Per bruixa i metzinera” si
parla di persecuzione e non ci poteva mancare il punto di vista del persecutore.
Cioè quello che spiega la terza parte: come gli inquisitori relazionavano le
streghe con il demonio. Per illustrare quest’idea, ci sono dei quadri
riferiti agli “aquelarre” che mostrano come si organizzavano queste
feste. Direi che questa è una delle parti più interessanti della mostra perché
vicino ai quadri ci sono delle spiegazioni che aiutano a capire
com’erano queste riunioni dal punto di vista degli inquisitori. Comunque, quella
che colpisce di più i visitatori è la quarta parte: la caccia di streghe.
Qui, ci sono delle mappe dell’Europa, la Spagna e la Catalogna dove si sono
marcati i luoghi dove le streghe si riunivano e il numero di streghe
morte.
“Per bruixa i metzinera” tratta il tema della caccia di streghe e la
stregoneria con rigore. Non è difficile capire la montagna di ricerca
storica e di lavoro che c’è dietro. Un lavoro che serve anche per
riflettere: perché nella storia la caccia (delle streghe, dei
comunisti, degli ebrei, dei massoni, dei kurdi....) si ripete una volta ed
un’altra?
(articolo pubblicato il 16/03/2006)
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