Festival della Filosofia a Roma. Tema: "Confini" di Silvia Buffo 1/2
Roma. Dopo la prima edizione "Sconfinatamente", "Confini" è il tema della seconda edizione del Festival della Filosofia, tenutasi dal 9 al 13 maggio, ormai tra gli eventi più importanti della vita culturale romana. Il festival indaga sui confini visibili o invisibili che attraversano la vita quotidiana.
Confine è una demarcazione, qualcosa che separa, qualcosa che unisce. Organizzata in tavole rotonde, incontri straordinari e caffè filosofici, la riflessione spazia dalle barriere naturali ai confini politici, sviluppata nei suoi aspetti più strettamente filosofici, ma anche scientifici, artistici, religiosi, sociologici sconfinando nella letteratura e nell'arte.
Particolarmente interessante è risultato il programma di domenica 13 maggio:
un incontro con Franco Volpi sulla filosofia di confine di Walter Benjamin;
un incontro con Gianni Vattimo, autore del noto "pensiero debole", che ha affrontato il problema sul futuro della religione ed, in sede separata, Nietzsche;
molto interessante la tavola rotonda nella sala Petrassi in cui, alle ore 10, si sono confrontati alcuni dei più importanti filosofi e pensatori italiani sul problema estetico di "quando l'arte sconfina nella realtà": con la conduzione di Stefano Velotti hanno discusso: Gianfranco Barucchello, filosofo e artista, Giuseppe Di Giacomo, docente di Estetica alla facoltà di Filosofia a la Sapienza, Paolo Fabbri, Massimo Recalcati.
Il filo rosso della discussione ha molto toccato l'arte contemporanea che sicuramente ha lavorato su un certo numero di frontiere/confini con dei risultati che portano a chiedersi spesso "se questa è arte". L'arte contemporanea ha trasgredito, ha sconfinato uscendo da cornice, uscendo dal museo, ma anche in letteratura quando la perdita del senso e la fine della concezione lineare del tempo investono il romanzo del '900. Ciò è assai differente rispetto a quanto è accaduto in tutta la storia dell'arte fino all'intero '700 quando vi era l'esigenza primaria di rappresentare fedelmente il reale portando all'attuazione dello sconfinamento dell'arte nella realtà: questo si può osservare, ad esempio nella pittura paesaggistica, così minuziosa nella riproduzione del visibile da fare apparire i quadri come dei veri paesaggi reali.
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(articolo pubblicato il 31/05/2007)
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