Il teologo e lo spirituale di Riccardo Mazzoni 2/2
Simone Fidati fu un grande teologo. L’opera principale è il "De gestis Domini Salvatoris", commento al Vangelo in 15 libri. Morì di peste a Roma il 2 febbraio 1348.
Con l'incontro di Cascia del passato mese si è voluto ricordare la vita, la dottrina teologica e spirituale nonché l’influsso, avuto nella teologia e spiritualità del trecento e quattrocento da parte del Fidati. La ricerca storica si sta ormai concentrando sul suo riferimento al movimento della Riforma, in particolare di metodologia teologica legata alla devozione all’umanità di Cristo.
Ma un aspetto interessante proviene dall'incontro tra il Beato ed il fenomeno delle pinzochere, tema sviluppato dal dott. Pierantonio Piatti.
Dalle ricerche effettuate, si rileva che il Fidati lascia trasparire una convinta attitudine di fiducia nei confronti dei risultati di una vita religiosa femminile, vissuta con spirito di reale penitenza, seppur al di fuori della più tradizionale ascesi claustrale.
Non esente, quindi, da difficoltà, l'attività pastorale del Fidati a favore delle religiosae mulieres, anche se trova in due fondazioni femminili fiorentine la sua più riuscita, duratura espressione.
Si tratta della casa per le convertite di S. Elisabetta - le cui Costituzioni sono tradizionalmente ritenute le più antiche del secondo Ordine eremitano ed ascritte dal Mattioli al sec. XIV - e del monastero di San Gaggio, entrambe poste all'esterno della terza cerchia muraria cittadina.
Riuscire a trattare compiutamente l'operato del Fidati richiederebbe un libro a sé, non certo un articolo. In questa sede ci si vuole accontentare di accennare con precisione la tridimensionalità della sua figura, sia per il suo operato, sia per i risvolti del suo pensiero teologico. Il Beato Simone Fidati propone, con la sua vita, problemi e risposte che ancora oggi si possono ritenere attuali.
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(articolo pubblicato il 19/10/2006)
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