Family day o Coraggio laico? Il tuo partito da che parte sta? di Angela Rossano 2/2
Sabato pomeriggio infatti, al Family day erano presenti l’On. Fini, l’ex Premier Berlusconi, l’On. Casini e i due Ministri Fioroni e Mastella, per citarne alcuni, e tutti ci hanno tenuto a spiegare che la loro partecipazione era a titolo personale. Ma se la presenza in una medesima manifestazione che si contrappone ad un disegno di legge del governo, da parte di esponenti dell’opposizione e ministri della coalizione di maggioranza, non è l’espressione di una precisa volontà di contestazione al proprio governo, al contrario come si potrebbe chiamare? Vari i commenti dei presenti, che nello spostare l’attenzione dall’argomento più controverso, hanno posto l’accento sulla precarietà della famiglia cattolica (come se qualcuno o qualcosa l’avesse realmente minacciata) e la necessità di provvedimenti per il suo sostentamento e miglioramento. Non si capisce bene, a questo punto, quanto sia stata effettivamente religiosa la partecipazione dei vari politici, o quanto invece, sia stata strumentale. L’unico dato certo è l’enorme adesione delle famiglie, che con bimbi, nonni e nipoti al seguito, si sono raccolte nella Capitale per chiedere a voce alta un aiuto concreto alle continue difficoltà della famiglia italiana. Pochi chilometri più in là, altra gente, altri politici, altre voci manifestavano per ottenere il riconoscimento di uguali diritti per le persone, di qualunque status sociale, economico, o orientamento sessuale. Questa seconda manifestazione, Coraggio laico, a differenza dell’altra è stata organizzata da alcuni partiti della maggioranza, raccogliendo in Piazza Navona i maggiori esponenti della Sinistra radicale, tra i partecipanti e organizzatori il Ministro Bonino, il segretario di Rifondazione Comunista Giordano, il Ministro Pecoraro Scanio ed Enrico Boselli (SDI). Il punto di partenza della manifestazione è stato la celebrazione della ricorrenza del 12 Maggio del ’74 anno in cui fu approvato il mantenimento della legge sul divorzio. Tutti hanno ricordato questa data come una tappa fondamentale della nostra democrazia, un’importante vittoria della laicità dello Stato sul rigido cattolicesimo della Chiesa, incoraggiando il governo ad una presa di posizione laica, attraverso l’approvazione della discussa legge sui Dico. Molto più modesto è stato lo spettacolo, la partecipazione si è mantenuta discreta (qualche migliaio di persone), pressoché uguale è stata invece l’intensità delle polemiche al governo. Anche qui la partecipazione delle “nuove” famiglie italiane è stata molto alta, genitori conviventi con i loro bambini uniti per cercare quel riconoscimento che possa risolvere parte dei problemi e delle contraddizioni della nostra intollerante società. Ma allora c’è da chiedersi: se in due piazze italiane genitori e bambini gridano per chiedere maggiori diritti e aiuti concreti per continuare a dar vita a quel bel modello di solidarietà e affettuoso sostegno che è la famiglia, che bisogno c’è di gridarsi contro e di limitare i diritti di uno per affermare con arroganza i diritti dell’ altro?
(articolo pubblicato il 16/05/2007)
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