Il ritorno di Giorgio Faletti: "Fuori da un evidente destino" di Sara Zuccoli 2/3
Questa volta Faletti costruisce un romanzo di sentimenti; i personaggi
sono delineati nei loro tratti più intimi, e le loro voglie, i
desideri, le paure emergono con decisione rispetto ai libri precedenti.
Tuttavia, l’aderenza alla realtà di “Io uccido” si perde, a vantaggio di una
storia che ha il suo fulcro nel magico passato degli indiani Navajos e
negli incantesimi dei loro sciamani. C’è un senso di mistero, di
sacralità, di arcana magia tra le pagine.
Una piccola postilla legata ad un difetto grafico nell’edizione della
Baldini Castoldi Dalai: ci sono diversi errori di stampa, alcune
ripetizioni e parole di troppo. Sono il frutto, forse, di una revisione non
accuratissima, che fa perdere al romanzo un po’ della sua atmosfera. Ma
tutto sparisce di fronte all’abilità di un Faletti che sa riempire quasi
cinquecento pagine senza annoiare mai.
(articolo pubblicato il 10/11/2006)
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