Annibale Carracci: dedizione per la natura ed il paesaggio di Chiara Comerci 1/2
Si è aperta il 26 gennaio scorso al Chiostro del Bramante la mostra monografica sul pittore bolognese Annibale Carracci. L'esposizione, giunta a Roma dopo il successo ottenuto nella sede bolognese, è la prima dedicata interamente ad Annibale Carracci. La fortuna dell'Accademia degli Incamminati fondata dai tre cugini (Ludovico, Agostino ed Annibale) ed il successo che i tre ottennero insieme ha fatto si che venissero menzionati sempre insieme, senza distinzioni di stile. Questa mostra vole invece rendere giustizia al carattere fortemente innovativo del più giovane dei Carracci, al quale viene attribuito, fra gli altri, il merito di aver unificato il linguaggio pittorico italiano. Ma andiamo con ordine. Gli esordi della carriera avvengono dopo un inizio deludente come sarto nella bottega del padre. Il giovane Annibale impara il mestiere dal fratello maggiore Agostino, ed esordisce nel 1583 con un Crocifisso con i dolenti nella chiesa di S. Nicolò. Le critiche mossegli dai colleghi pittori non fermano però la sua attività. E' già nata l'Accademia degli Incamminati, e la fama dei Carracci procura ai cugini molte commissioni. Il periodo storico è pieno di fermenti: il Concilio ha tracciato la strada dell'arte, ed in particolare della pittura, che viene definita il "libro degli igniranti" e quindi deve educare ai principi della dottrina cattolica. Ma questi sono anche gli anni del Manierismo, dello stile pedissequamente imitativo del genio michelangiolesco. Annibale (ed i suoi parenti) optano per una strada del tutto nuova, dedita all'imitazione si, ma del vero. Notevole è la scelta di esporre La macelleria, opera dal soggetto umile ma lungi dall'avere intenti derisori (come solitamente esigeva la ricca committenza).
(articolo pubblicato il 28/02/2007)
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