Il giusto limite di Riccardo Mazzoni 3/3
Sul tema ormai le polemiche si possono considerare superate, dato che è profondamente analizzato da oltre un secolo. Semmai, ancora si presenta come tema represso, da dire sottovoce. Cannavò a pensato bene di dirlo a squarciagola, presentando una provocazione forte.
Se il tema trattato può trovare estimatori, certamente la forma con la quale è stata resa ne ha trovati pochissimi. In effetti, pur ricordando che di immagini peggiori ne vediamo tutti i giorni sui media ed anche per la strada che percorriamo ogni giorno per andare a scuola od al lavoro, presentare il tema della sessualità femminile in modo così esplicito, diretto, come un pugno in testa ha di per sé sminuito l'importanza dell'idea. "Ogni minaccia è sempre più forte della sua stessa realizzazione", diceva un grande campione di scacchi, Aaron Nimzowitsch. Tradotto nel presente caso, rendere l'idea con riferimenti ed oggetti espliciti ha avuto il doppio effetto negativo di togliere la forza travolgente del desiderio, del non detto, e di spostare l'attenzione del pubblico sulla forma piuttosto che sul contenuto.
Attenzione: non siamo nel caso di persone superficiali che si fermano alla sola forma, al solo package. Tutti ci siamo fermati alla forma perché essa ha imprigionato l'idea stessa, trascinandola con forza verso la polemica ed il rifiuto. Il tema della sessualità necessita, per sua stessa natura, di allusioni, di riferimenti indiretti, di correre dietro al desiderio, di sfumature, di una maggiore complessità che non necessariamente deve essere trattata con guanti di velluto. Anche visioni di forza sono ben accette, a patto di non spostare tutto il baricentro su di esse. Un'esposizione di quadri concettuali viventi è una scelta azzeccata, condivisibile; ed il problema della performance di Cannavò non è nel numero dei quadri viventi scelti, non sono stati pochi per esprimere il tema scelto. E' che la visione proposta, pur nel contesto di un'anticipazione, è risultata troppo unilaterale e pertanto condivisibile da pochi.
Inoltre, il bello dell'attesa non deve essere rovinata da espliciti riferimenti, anche nel caso in cui si presenti la sessualità come negata o repressa.
In conclusione, è pessimo gusto o un'elaborazione concettuale che deve essere compresa distinguendo, caso per caso, tutte le idee esposte? Possiamo dire che l'idea è comprensibile ed accettabile, anche perché ha portato una diversità nel calendario dell'alta moda che comunque amplia l'offerta, e che l'elaborazione concettuale sicuramente ha colpito qualche persona però portarla con forme troppo esplicite, considerando anche il contesto romano, non ha reso il risultato voluto.
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(articolo pubblicato il 31/01/2007)
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