Il giusto limite di Riccardo Mazzoni 2/3
Rispondere attentamente alle domande poste consentirebbe, da subito, di capire se lo spazio di critica dedicato a Cannavò sia adeguato oppure spazio sprecato. Innanzi tutto, Cannavò ha esposto un insieme di quadri concettuali viventi che rappresentano un'anticipazione delle idee della sua prossima collezione. Questa volta, lo stilista ha voluto aumentare, rispetto al luglio scorso, l'effetto di shock, ben visibile soprattutto in un pubblico over-cinquanta che ha guardato con totale distacco il nuovo lavoro.
L'esposizione si è tenuta ad un piano di uno stabile ristrutturato a via Arimondi 3, nel quale si poteva anche mangiare e bere. Pertanto una commistione di sensazioni, dove tutti i sensi vengono sollecitati, esattamente come nella realtà. Alla fine, il senso più colpito è stato la vista. Infatti esso è stato bombardato dalle immagini rappresentate dai quadri viventi.
Il tema dell'esposizione era la sessualità femminile. Misteriosa, imprigionata in stereotipi, spesso incompresa e mal espressa, ha nel suo interno una forza, spesso inquietante, che spinge in modo insopportabile per mostrarsi e svilupparsi in tutta la sua potenza. Questo in sintesi il tema, questa l'idea dell'esposizione, con l'intento di provocare, o suscitare nei migliori dei casi, una sensazione. Perché, a detta del designer, il pubblico vuole soprattutto questo: emozioni.
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(articolo pubblicato il 31/01/2007)
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