Anticaja e Petrella di Francesca Capitoli 1/2
Roma. Un cancello rinforzato da una inferriata nera si affaccia in via del Monte della Farina 62, una piccola strada romana in pavé dietro Campo dei Fiori. Se si butta lo sguardo oltre il vetro si rimane colpiti dalla improbabile quantità di oggetti: specchi, tavoli antichi, sedie, libri con le pagine ingiallite straripanti dagli scaffali lungo tutte le pareti di una galleria dove lo sguardo fatica ad arrivare in fondo.
La prima volta che sono entrata pensavo fosse lo sgabuzzino di mio padre. Ho continuato a pensarlo anche quando mi è venuto incontro un uomo sulla cinquantina che camminava con l'andatura di chi sta in piedi da una vita. Dalla distanza l'unica cosa a spiccare era una striscia nera continua e orizzontale sopra la bocca. Baffi. Due importanti mazziniani baffi sotto due occhi corvini strepitosamente furbi. Ci salutiamo con una stretta di mano e due baci sulle guance, poi la mia amica, la ragazza che mi aveva detto: "Devi conoscere assolutamente Enzo e il suo locale", mi spalanca un sorriso, uno di quelli che provi davanti agli specchi degli ascensori.
Ho conosciuto Enzo così, un anno fa, una notte d'estate. Poi, nei dodici mesi successivi fatti di visite improvvise, acciacchi più suoi che miei, stagioni iniziate e finite, di pastasciutte improvvisate e segrete, diciamo che oltre alla pancia è cresciuto un legame. Non saprei dire ancora se di natura aliena...
Prima di continuare, con il calcolato rischio di non farvi più andare avanti e di risultare peccatrice di citazione facile, riporto un pensiero trovato oggi in treno. È di Arnold Hauser del suo libro Teoria dell'arte, e mi sembra adatto al contesto. Lo storico dell'arte scrive: "Perché se è vero che noi, per entrare nel circolo magico dell'arte, dobbiamo disimpegnarci in una certa misura dalla realtà, tuttavia non è meno vero che ogni arte autentica riconduce con un giro più o meno largo alla realtà stessa". Né per feticismo, né tanto meno per decifrare il lavoro delle mie sinapsi, mi sono ritrovata ad associare il periodo ad Anticaja e Petrella e a come questo piccolo locale abbia l'intrinseca capacità di rapirti alla strada e saccheggiarti i pensieri.
(articolo pubblicato il 15/06/2007)
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