Non la pensa così il popolo adolescenziale, ormai affezionato al film precedente Tre metri sopra il cielo ed alle mode da esso involontariamente lanciate (come quella dei lucchetti di Ponte Milvio a Roma).
Moccia come Dante, Scamarcio come James Dean.
Al centro l'amore, unica vera ragione per cui vale la pena vivere e per cui lottare.
Così la forza del cinema trasporta un libro in una sala, fa impazzire teenager che affollano librerie per inseguire lo scrittore come fosse un mito.
Il film è girato come un fotoromanzo, mescola molteplici generi e stereotipi senza però delinearne un quadro preciso. Una Roma patinata e romantica appare in tutte le sue bellezze: dai Fori imperiali illuminati dalla luna ai locali del centro. La storia sembra scritta e dedicata a chi ha voglia di sognare senza guardare in faccia alla realtà, come i ventenni di oggi, che si avvolgono di chiacchiere leggere e di una spensieratezza totale.
Forse l'occhio critico negativo è dato anche dalla troppa attesa intorno a questo film, e quando ci si attende qualcosa poi quasi sempre si fa un buco nell'acqua.
Domanda: riuscirà anche questo film a creare un interesse "pubblico" intorno ad un modo di fare o ad un oggetto che simbolicamente entri a far parte del contesto e dell'interesse sociale? Se fino a pochi giorni fa sono stati dei lucchetti a dare un senso alle storie d'amore, oggi con Ho voglia di te nascerà una nuova moda-arte?