Kyashan-la rivincita di Valeria Liguori 2/2
Da quel momento il Prof. applica le sue forze e conoscenze per riportare il figlio in vita: il corpo senza vita del figlio si trasforma in Kyashan, potentissima barriera ostacolatrice dei Neo-sapiens e dei loro progetti distruttori.
Un ribaltamento totale dalla serie televisiva Kyashan degli anni '70, dove i personaggi si muovevano in ambienti costruiti utilizzando delle tecniche cinematografiche estremamente elementari ai giorni d'oggi: i fondali.
Nella versione odierna invece è resa giustizia grazie alle tecnologie digitali e alle conoscenze fotografiche del regista, da lui precedentemente sperimentate nei videoclip, a scapito però di una visione narrativa poco sviluppata. I temi girano attorno ai regimi totalitari, alla minaccia sempre presente del terrorismo, e alla clonazione come mezzo x annullare e superare la morte. Il tutto trattato con un tono cupo, pessimistico che ha però una morale: l'odio genera odio, e odiare è il destino degli uomini. L'eccesso rischia di stonare: tra giochi di colori ed una colonna sonora avvolgente lo spettatore potrebbe smarrire lo sguardo nel vuoto, dedicando poca attenzione agli intrecci narrativi.
La generazione dei trentenni cresciuta con la serie di cartoni animati giapponesi "Kyashan" non si sente appagata dopo la visione del film: i cartoni giapponesi dietro una confusione ed umorismo tipico, si basano su storie, racconti che, quasi sempre, terminano con una morale tragica. Mentre i bambini colgono solamente il divertimento dell'azione, gli adulti invece riescono ad allacciarsi a tutti i livelli di lettura del film che in questo caso lasciano poco spazio all'immedesimazione con l'eroe e quindi al divertimento. Mentre negli anni '70 Kyashan era un cartone per bambini, oggi è diventato solamente un film per adulti.
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