Recensione del film The Departed di Luca Paccusse 1/2
L'ultimo lavoro di Martin Scorsese, finalmente premiato con l'Oscar, è ispirato a "Infernal Affairs", film di Hong Kong campione d'incassi in Asia. Ma la pellicola va oltre un semplice sequel grazie al tocco del regista italo-americano e a William Monahan, anch'egli fresco di premio Oscar per la sceneggiatura non originale. Scorsese torna al gangster movie e si riavvicina in un certo modo ai film che l'hanno reso famoso negli anni '70 - '80, quelli che lo hanno fatto conoscere in tutto il mondo e che hanno contribuito a rivoluzionare il cinema.
Stavolta però la cinepresa non si concentra sulla mafia italiana ma su quella irlandese e il luogo dell'azione non è più New York.
Siamo a Boston: nell'eterno scontro tra mafia e polizia si intrecciano le storie speculari di Colin Sullivan (Matt Damon), poliziotto apparentemente modello, ma in realtà corrotto (e' la talpa del boss Frank Costello/Jack Nicolson) mentre il giovane Billy Costigan (Leonardo DiCaprio), proveniente dai bassifondi della città viene infiltrato nel più stretto entourage del gangster per riferire direttamente al Capitano Quinnan (Martin Sheen) i piani della criminalità.
Due personaggi diametralmente opposti ma allo stesso tempo complementari, quelli di DiCaprio e Damon, che saranno destinati poi a scontrarsi nella resa dei conti finale. La parte intrigante del film è il fatto che i due non si sono mai visti ne' sanno i rispettivi nomi, eppure sono da tempo inconsapevolmente legati: entrambi sono cresciuti all'ombra di Frank, hanno intrapreso la stessa carriera e come se non bastasse amano la stessa donna: Madolyn (Vera Farmiga) la psicologa della polizia. Inizia così una caccia reciproca, una serrata lotta contro il tempo che vedrà, come unico vincitore, chi per primo riuscirà a smascherare l'altro. Lo spettatore segue con attenzione, sapendo praticamente tutto, ma restando coinvolto fino alla fine, come se stesse partecipando all'azione, alla stregua di un poliziotto o di un componente della banda di Costello.
(articolo pubblicato il 28/02/2007)
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