"COMANDANTE" di Oliver Stone (2003 - documentario) di Sabrina Fiorito 2/2
Mentre gli operatori stringono su primissimi piani del volto del Lider Maximo, immagini in bianco e nero ripercorrono la Rivoluzione Cubana, le guerre civili (il Vietnam), i politici alleati e nemici nelle lotte per Cuba, per il Sud-America, l'Africa. Il grigio della storia si mescola disinvoltamente alle tinte accecanti di vita a Cuba oggi; qui Fidel accoglie la troupe nel suo ufficio, per le strade dell'Havana, al Museo di Arte Contemporanea, davanti tavole imbandite, con gli studenti dell'Università di Medicina.
Stone affronta argomenti politici e non. La Rivoluzione a Cuba ha sempre significato per Castro principi come democrazia rappresentativa e giustizia sociale; la "forza nel cuore e nella mente" lo rendono indifferente alla morte, non rinuncia mai alla lotta. Ma non per questo la gloria conta: la storia è un concetto relativo, dunque la fama è inutile. Tanto meno il destino è un concetto ammissibile: se ci avesse creduto, non avrebbe agito. Si sente un dittatore "per sé stesso" (severo ed esigente) e uno "schiavo del popolo". Ha miti come Hemingway e Chaplin, anche se non va al cinema né in vacanza da dieci anni, assorbito dagli impegni politici. Dei temi attuali è turbato dal crescente imperialismo statunitense: impone una monocultura globale e l'estinzione dell'identità culturale. Non crede nella soluzione militare: quella adottata dagli USA diventerà pericolosa se protratta a lungo. Confida nel Nord-America come territorio neutro di possibile svolta per un recupero di valori perduti.
Si ricordano periodi storici, come la difesa sull'Angola condotta da Fidel e il Che coi Compañeros cubani; si ripensa ad avversari politici come Kennedy; ai comunisti Russi: Gorbaciov, Kruschov, la loro difesa di Cuba ma anche la "stravaganza" o ambiguità nello schierarsi; Che Guevara, un "fratello" che condusse con Fidel la Rivoluzione Cubana. Infine si pensa a temi attuali: la droga, ora sintetica e meno cara ma più pericolosa; la popolazione nera: nel sistema elettorale cubano si è raggiunta l'uguaglianza razziale; l'omosessualità: nell'isola non è più motivo di discriminazione sociale; la prostituzione, ridotta al minimo, come l'analfabetismo in Argentina dopo il governo di Evita Péron.
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(articolo pubblicato il 16/03/2007)
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