Una nuova stagione comica al Sala Umberto da aggiungere alle 95 già trascorse di Marilù Pirozzi 1/1
Lo show di Benigni alla CS, foto di Riccardo Mazzoni
Paolo Poli: il suo spettacolo
Luigi De Filippo: il suo spettacolo e Napoli
Roma. Quasi un secolo sorregge il teatro Sala Umberto nella sua veste di divulgatore e sostenitore della comicità italiana. Novantacinque anni, per l’esattezza, da quando Petrolini lo inaugurò rappresentando il suo “Amleto” nel 1912. Da allora hanno calcato le scene e dato il meglio di loro su quel palcoscenico grandi nomi e volti della drammaturgia e della comicità italiana come, solo per citarne qualcuno, Raffaele Viviani e Totò. Novantacinque anni e le aspettative sono ancora molto grandi.
La stagione 2007/2008, infatti, si presenta con un programma che ripropone classici della drammaturgia del novecento, ma che vanta anche testi nuovi, introdotti dagli stessi interpreti con l’autoironia e dissacrati con i sorrisi beffardi e allusivi che si aspettano da questi attori, come personaggi, ma anche come persone in grado di far vivere tale comicità.
Ecco, quindi, nascere il cartellone degli spettacoli che vede il ritorno, dopo anni di assenza in questo teatro, di personaggi come Paolo Poli, con la commedia da lui scritta e diretta “Sei brillanti” che porta in scena un quadro satirico del secolo scorso tramite la cronistoria di sei celebri giornaliste della stampa nazionale. Altro ritorno che rinsalda il legame con la coscienza antica della commedia italiana è quello di Luigi De Filippo, che con il testo di Peppino e Titina De Filippo “Quaranta ma non li dimostra” racconta la storia umoristica e sofferta di una donna qualsiasi, eppure una “donna importante”. Massima sicurezza e segretezza per tutti, assicura poi Eduardo Scarpetta con la commedia “L’albergo del silenzio”, in cui tutto dovrebbe essere quiete e niente lo è. A chiudere il trio di commedie napoletane c’è “Vogliamoci tanto bene” di Carlo Buccirosso, che affronta i rapporti familiari con l’innocenza di chi intende rifugiarsi nei valori e nella sicurezza di casa, ma si trova spiazzato dalla consapevolezza che qualcosa è cambiato. Due commedie inglesi offrono altri spunti di riflessione e, con piacere, di risate: “Niente sesso, siamo inglesi” di Anthony Marriot e Alistar Foot, con Paola Quattrini e Gianfelice Imparato, e “I 39 scalini”, tratto dal giallo di John Buchan e adattato a commedia interpretata da Franco Oppini, Nini Salerno, Urbano Barberini e Barbara Terrinoni. Anni Sessanta e giorni d’oggi si confrontano per indagare la condizione femminile in “Due partite” di Cristina Comencini. Infine Pino Quartullo riflette sulla possibilità e sulla convenienza di prevaricare da “cattivo” sugli altri nel terapeutico spettacolo “Come diventare cattivi”, mentre Maurizio Battista, dopo il tutto esaurito della scorsa stagione, torna con il nuovo “Faccio tutto da solo”.
Ma non è tutto. Il teatro, infatti, si apre anche a incontri-dibattiti tra artisti e pubblico, a spettacoli per alunni di scuole primarie e secondarie, e, a concludere la stagione, un festival di danza che vuole ricondurre in patria la “Lost generation” di talenti della danza impegnati in compagnie europee.
(articolo pubblicato il 15/06/2007)
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