Notte Bianca 2007, noti bianche: percorso musicale dal jazz al rock di Michela Monferrini 1/1
Notte Bianca 2007
Roma. La Notte Bianca 2007 ha contenuto molte notti, in realtà.
Una notte della musica, inaugurata ventiquattr'ore prima dal concerto in Piazza di Siena di Lucio Dalla, e andata avanti con il concerto dedicato al maestro Trovajoli, e in parallelo quello degli Zero Assoluto, all'alba di domenica, con gli appuntamenti hip hop del teatro Palladium e di Viale Europa, e infine con la musica da piazza, che ha fatto scatenare migliaia di persone a San Lorenzo. È stata, questa, la notte commossa delle dediche a Pavarotti.
E poi, una notte delle parole, ovunque. Nelle biblioteche comunali, tutte aperte; nelle piazze, per i grandi appuntamenti, come quello con l'Eneide letta da Sermonti al Campidoglio, o quelli ai Giardini della Filarmonica, prima con il Purgatorio letto da Albertazzi e dai ragazzi del Laboratorio Teatrale Integrato Piero Gabrielli, poi con Cerami e "Le mille e una notte"; nei teatri o sui palchi all'aperto, com'è stato per Paolo Rossi e Gigi Proietti. È stata la notte dei racconti boccacceschi e del mistero, di fiaba e di fantascienza; e della poesia, bisbigliata dai Souffleurs nelle orecchie dei passanti, in Piazza Navona, o trascritta sui "rotolini" del movimento degli Opiemme.
Ma a chi fosse riuscito a spostarsi da un luogo all'altro della città, dev'essere sembrata soprattutto un evento delle luci, delle grandi, contrastanti scenografie luminose. Questa notte è iniziata un giorno prima, con l'illuminazione dei diecimila globi che hanno invaso il prato del Circo Massimo e che hanno assunto colori, decine di colori diversi, chiedendo allo spettatore, già dal titolo dell'istallazione, Massimo Silenzio.
A Villa Borghese la Casina delle Civette, già splendida, ha ospitato i "7 + 2 Specchi" di Paolo Hermanin: lastre di specchio incise a rappresentare voli d'uccelli, soli splendenti, costruzioni riflesse nell'acqua. E sempre a Villa Borghese, sulle acque del Laghetto suggestivamente illuminato, si è svolto un vero e proprio "incantesimo": per tutta la notte una barchetta di campane diverse per forma e suono, ma legate armoniosamente, ha navigato avvicinandosi e allontanandosi dalle sponde, sottraendosi quindi a tratti agli sguardi dei visitatori, ma lasciando ogni volta una scia di luci, suoni e acqua increspata.
All'Eur si è potuto assistere ai consueti fuochi artificiali del Laghetto, quest'anno con una novità: sono stati infatti un vero e proprio viaggio nella storia delle diverse tecniche dell'arte pirotecnica, passando dalla grazia della scuola francese alle evoluzioni americane, dal ritmo degli spagnoli alla lenta sapienza indiana, senza dimenticare le scuole canadesi, cinesi, e ovviamente, quella italiana. Nello stesso quartiere, i Phoenix Fire Dancers si sono esibiti in uno spettacolo di acrobazie, balli, numeri circensi e ancora fuochi d'artificio davanti al Palazzo della Civiltà Italiana, quest'ultimo illuminato, tra un'esibizione e l'altra del gruppo, da un'installazione di Ottavio Celestini dedicata a Rothko. Al Planetario, invece, si è potuto scegliere tra le postazioni telescopiche per uno sguardo alle luci stellari e gli spettacoli realizzati appositamente per l'occasione, sotto la volta celeste artificiale.
(articolo pubblicato il 15/09/2007)
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