Per Farhad Re in scena la pazzia di MariaRosaria Cozza 1/1
Roma. È cominciata con un gran ritardo, ma devo dire che ne è valsa davvero la pena.
Il parterre era gremito, la curiosità di vedere sfilare gli abiti dello stilista italo-persiano, era tanta.
Ma ecco finalmente uscire le prime modelle, non in abiti da sera ma in camice di forza, perché per la sua sfilata-spettacolo Farhad Re, quest'anno, prende spunto dalla pazzia.
Sullo sfondo della sala dell'Auditorium un letto di ottone, direi quasi ingombrante. Tra le lenzuola si agita una modella, legata da due ballerini e costretta a letto per tutta la sfilata, mettendo a disagio il pubblico. E il tutto non può che adeguarsi al tema della follia. Capelli arruffati e con grandi parrucche settecentesce, vestiti strapazzati come i pensieri delle giovani che le indossano, una donna che del pudore se ne infischia, tanto da indossare mise corte e leggere che non nascondono proprio nulla. Anche il trucco, esagerato e poco naturale, fa parte dello spettacolo.
È un'allusione al manicomio della couture, fa sapere lo stilista, alla follia dell'alta moda, alla pazzia dei suoi sistemi, dei suoi meccanismi, del lavoro che ci costringe a fare, ma che assecondiamo per pura passione. La follia di questa continua e spasmodica ricerca della perfezione anche lì dove tutto è perfetto.
Ma Farhad Re non è per l'omologazione, a suo dire, l'antitesi dell'eleganza. La sua donna è unica e splendente e sa distinguersi in mezzo ad una folla di Fashion Victims sempre più standardizzate da dictat imposti da grandi marchi mondiali. Ed ecco che da questa esaltante, seppur discutibile, scenografia prende corpo una collezione ricchissima di tagli, rouches, plisset e importanti ricami che impreziosiscono sete italiane abbinate a pizzi francesi. Belle le giacche, rigorosamente avvitate, con forme geometriche e squadrate, ma dalle linee impeccabili e femminili.
E per la sera? Un tripudio di pellicce di visone, cincillà, zibellino, cappottini in puro cachemire a coprire talvolta abitini, impalpabili e trasparenti, che lasciano alla donna la libertà di mostrare ciò che desidera. A trionfare è il fascino dei colori, che virano dal viola al rosa, dal cognac all'avorio, dal classico bianco all'immancabile nero.
Ma l'attenzione viene attirata anche dagli accessori, rigorosamente abbinati agli abiti, borse con pizzi laserati in pelle, in tinta con sandali altissimi e nello stesso tempo comodi, per una donna che non deve rinunciare proprio a nulla.
E'così che nasce in un'atmosfera cromatica, la donna di Farhad Re. E alla fine della sfilata le modelle, dismessi i loro svolazzanti e impalpabili abiti, escono tutte con le camicia di forza a conferma del fatto che la moda è anche follia.
(articolo pubblicato il 17/07/2007)
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