"THE YACOUBIAN BUILDING" di Marwan Hamed (Egitto 2004) di Sabrina Fiorito 2/2
Prima Buthayna era innamorata di Taha el Shazli, suo coetaneo. Resta sola quando lui parte per l'Università. Infatti viene stato scartato, nonostante i pieni voti, all'esame per entrare in polizia, soltanto perché di umili origini; disgustato dal regime di corruzione che gli costa la rinuncia alla carriera di poliziotto, inizia a frequentare ed entrare in organizzazioni islamiche estremiste della Jamaa Islamya: morirà ucciso in una faida.
Nel Palazzo Yacoubian vive anche Hatim Rasheed, editore di mezza età che vive la sua omosessualità da clandestino, costretto da una società ipocrita in cui resiste il tabù e viene anzi pagato con la discriminazione sociale. Con i suoi partners ha sviluppato un codice linguistico e comportamentale segreto con cui potersi capire, per sopravvivere nella realtà "perbene" che non prevede la sua alterità.
Hagg Muhammad Azzam invece è un self made man che sfida le sue umili origini arrivando ad ottenere una carica politica importante, ma una volta in cima si trova di fronte alla totale corruzione del sistema parlamentare egiziano. Nonostante sia già coniugato, decide di sposarsi clandestinamente con un'avvenente vedova, asservita alla sua libido e ai suoi impegni nei tempi che lui solo decide; la donna però rimarrà incinta...
Il film è l'adattamento del best-seller dal titolo originale "Omaret Yacoubian" edito nel 2002 in arabo, che dopo due anni di successo è stato tradotto in molte lingue. Il film, costato 3 milioni di dollari, ha il più alto budget della storia del cinema egiziano. Ambientato nell'Egitto della Guerra del Golfo (nel 1990), viene definito un "roman à clef", novella basata su un racconto di fantasia per raccontare e analizzare eventi o condizioni sociali che sussistono realmente. La chiave con cui vengono affrontati I temi attuali dell'Egitto moderno è infatti sarcastica: è una coraggiosa voce di denuncia sociale, politica, istituzionale, religiosa della situazione attuale. L'uscita del film ha incontrato parecchia ostilità da parte degli alti livelli politico-istituzionali, è stato definito lesivo dell'immagine del Paese all'estero, un film scandalo.
Qui si mostrano liberamente i temi attuali dell'Egitto odierno: la corruzione degli uomini politici, la discriminazione sociale verso gli omosessuali, la non considerazione della donna nella sua dignità umana, dunque il resistere di principi arcaici riconducibili alla religione ma a ben vedere utilizzati solo come alibi: la fede è infatti usata ipocritamente, è strumentale; e ancora la diffusa poligamia clandestina; l'abuso sessuale; l'estremismo religioso, il terrorismo.
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(articolo pubblicato il 31/03/2007)
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