Recensione del film "Mio fratello è figlio unico" di Daniele Luchetti di Silvia Buffo 1/1
Ambientato a Latina, Roma e Torino tra gli anni 60 e 70, il film di Daniele Lucchetti si presenta come un'analisi originale e semplice del rapporto tra due fratelli diversi in tutto, Accio e Manrico, rispettivamente Elio Germano e Riccardo Scamarcio. Il primo ribelle e fascista per caso, per monelleria nei confronti della famiglia con la quale ha un rapporto conflittuale e morboso, il secondo operaio comunista, buono.
La dimensione politica del film è illustrata con molta ironia, sottolineando le bizzarrie che emergono in quegli anni attraverso l'identificazione violenta in una parte politica, un'ironia che a volte diventa improvvisamente amara suscitando nel pubblico dei picchi di commozione inaspettati.
Il film più che indagare sui tormenti politici, che fanno da coloratissimo sfondo, si sofferma sulla personalità e sullo strano modo di volersi bene dei due fratelli ed in genere di tutta la famiglia, finendo sempre a botte e amandosi smisuratamente. Alla fine del film il fratello fascista, testardo e ribelle si rivela buono, scoprendosi molto simile al fratello, l'altro preso dalle sue utopistiche velleità politiche si rivela egoista. Interessante è la dimensione provinciale in cui è immersa tutta la famiglia, che è l'aspetto più colorato del film, molto poetico.
Il film deve tantissimo all'interpretazione splendida di Elio Germano, molto partecipata, davvero autentica, mai banale che offre al film significati ricchissimi; Scamarcio è bravo, durande tutta la parte del film che illustra l'infanzia di Accio, nei rimproveri bruschi al fratellino, si adatta bene al ruolo del ragazzo di provincia, recitazione più spenta durante il resto del film.
Spicca anche l'interpretazione di Angela Finocchiaro nel ruolo della madre, profonda e sensibile e quella di Luca Zingaretti, il venditore di tovaglie devoto fascista. Il film è di tanto in tanto accompagnato dalle bellissime musiche di Nada "Ma che freddo fa" e "Amore disperato" rifatte acusticamente, che regalano un soffio di malinconia ed insieme di passione.
(articolo pubblicato il 16/06/2007)
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