CUARON: crederci è la speranza di Cora Spalvieri 1/2
Uno specchio che riflette l'immagine di un possibile futuro. Possibile, ma non obbligato, e lo stesso Cuaron lo afferma in una intervista successiva alla proiezione dell'apocalittica pellicola "Children of men" (I figli degli uomini).
Il film è ambientato nel Regno Unito del 2027. Qui il potere è nelle mani di un governo dispotico nazionalista che crede nella purezza della "razza" come unico modo per favorire lo sviluppo e pertanto chiude le frontiere e deporta gli immigrati in campi di concentramento. Tra disordini sociali, guerre e devastazioni ovunque, gli uomini non sono più in grado né di amarsi né di riprodursi. L'umanità si avvia verso l'estinzione. In un mondo vuoto, dove esiste solo odio e desolazione, è nelle mani del disilluso burocrate Theo (Clive Owen) che ricade l'onere di difendere la sopravvivenza della Terra. Theo è ormai un uomo privo di volontà e di speranze, il suo agire è passivo, obbligato solo da un destino invadente che ha deciso per lui. Egli infatti viene per caso in contatto con una giovane donna nera, Kee ( C.H. Ashitey), l'unica ancora in grado di rimanere incinta. Theo diventa così un eroe improvvisato che tra aggressioni e maltrattamenti, anche a causa del colore della pelle di Kee, deve difendere e portare in salvo la donna che cresce in grembo la speranza di un domani per l'umanità.
avanti >>>>>> (articolo pubblicato il 20/09/2006)
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