La bella addormentata nel bosco, la versione di Perrault e confronti con altri autori di Chiara Comerci 1/1
La versione di Perrault, sebbene non eviti efferatezze come la vasca di animali velenosi o il cannibalismo, salva le apparenze con il cambiamento della relazione tra il re e la regina, che diventano rispettivamente il principe e la regina.
Viene anche giustificata la voglia di carne della regina attribuendole una discendenza dagli orchi. Siamo infine alla versione forse pi� conosciuta in assoluto: quella disney del 1959. Le differenze con le precedenti edizioni sono evidenti: innanzitutto il ruolo delle fate madrine (che sono tre e non sette come vorrebbe Perrault), che si prendono cura della principessa portandola in una capanna nel bosco ed allevandola in segreto fino all'et� di 16 anni. Ma le "innovazioni" non finiscono qui, infatti passano ben meno di cento anni dal fatidico giorno della puntura sull'arcolaio. E la strega ha qui un ruolo molto attivo, perch� cerca la fanciulla instancabilmente per 16 anni, e una volta trovatala (grazie al suo servo di fiducia, il corvo) ipnoizza la principessa e una volta condottala nella torre pi� alta del palazzo si trasforma essa stessa in arcolaio e la punge. Il principe, che l'aveva conosciuta prima dell'incantesimo, si batte con la strega stessa per ritrovare la sua bella. E tutto finisce con il sospirato bacio del risveglio (e della felicit�).
Come mai tutte queste versioni diverse? Fatta eccezione per il grande arco di tempo che separa i tre autori, possiamo identificare il motivo di tanta diversit� nella destinazione che questa favola aveva: Basile scriveva per un pubblico adulto, capace di identificare molto bene le passioni che legavano i vari personaggi e con una particolare attenzione alle classi sociali (la Bella nasce di buona famiglia, e diventa regina), Perrault scrive per un pubblico borghese, molto attento alle convenzioni sociali e ai valori fondamentali della famiglia e della fedelt�: la Bella � qui una principessa, ed il principe non � sposato.
Disney infine si rivolge ad un pubblico prevalentemente infantile, prediligendo della storia la parte meno cruenta e soprattutto inserendo una serie di personaggi "buffi" come le tre fatine e di situazioni che poco mantengono della fiaba originale. Dando anche una discreta scossa alla staticit� della narrazione con scene di azione e di suspence notevoli. Ci� non toglie che fare un'incursione nelle favole del passato (e nelle tradizioni, nel gusto di chi le raccont�) aiuti a capire meglio anche i narratori contemporanei.
(articolo pubblicato il 10/09/2006)
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