UniversyTV.it

I personaggi intervenuti  © Riccardo Mazzoni
Onorevole Volpini: “Vogliamo innalzare a 16 anni l’obbligo scolastico”
Ricerca e innovazione: la ricetta dell’Unione per le università   di MariaRosaria Cozza
Tra gli obiettivi, più investimenti, maggiore formazione e riqualificazione sistema scolastico
Roma. Per rilanciare il sistema universitario, l’Italia si trova di fronte ad una grande sfida: rimettere la conoscenza, il sapere, al centro della politica, dell’economia, della società. Università ed enti di ricerca sono i luoghi primari di questa conoscenza, dove si crea e si trasmette il sapere, dove qualità e quantità sono chiamate a conciliarsi in una nuova missione istituzionale e con nuove responsabilità.
Questi i punti chiave al centro del programma dell’Unione per le Università, presentato martedì sera a Roma, presso la Sala Colonne di via Poli. Una tavola rotonda alla quale hanno preso parte ricercatori universitari, studenti e politici, i cui interventi sono stati coordinati dall’onorevole Domenico Volpini - Margherita, Vice Presidente della Commissione ‘Cultura, Scienza e Istruzione’ della Camera dei Deputati. Punto di partenza del dibattito è stato proprio l’importanza degli investimenti in ricerca e innovazione, per il rilancio del sistema paese. Pochi laureati e pochi ricercatori e lo scarso impegno nella formazione continua, pongono l’Italia in una situazione difficile, incapace com’è di confrontarsi con i paesi extraeuropei più industrializzati o emergenti nel mondo globalizzato.
Durante la discussione sono emerse varie posizioni, sul come avviare e gestire questo sistema in crisi, ma i relatori erano tutti d’accordo su alcuni punti chiave.
“Innanzitutto per promuovere il talento negli studi e nelle carriere, occorre stanziare risorse che permettano ai giovani, soprattutto a quelli che sono andati all’estero, di ritornare in Italia con la prospettiva di un inserimento serio e strutturale nel mondo dell’università e della ricerca”, ha sostenuto l’onorevole Volpini.
Un secondo piano di azione, poi, riguarda il reclutamento e la carriera dei docenti e dei ricercatori. “Bisogna trasformare il ruolo degli attuali ricercatori universitari in ‘terza fascia’ docente, garantendo le necessarie coperture previdenziali ed assistenziali ai titolari di contratti post-dottorato o di forme diverse di contratti a tempo determinato presso università ed enti di ricerca”, ha spiegato ancora Volpini. Inoltre dai vari interventi di coloro che erano presenti al convegno, è emersa la necessità di stimolare quella che è l’interazione tra il pubblico e il privato, attraverso strutture di ricerca legate alle imprese e con l’inserimento di risorse umane altamente qualificate. Un sistema economico come il nostro, basato prevalentemente sulla piccola impresa, non favorisce certo quei grandi investimenti in ricerca e sviluppo di cui ci sarebbe bisogno. Ma soprattutto il luogo dove si fa ricerca, l'Università, e quello dove la ricerca dovrebbe dare i suoi frutti producendo innovazione, l'industria, rimangono due mondi separati. Invece di collaborare creando dei poli territoriali di innovazione e sviluppo, come avviene un po' in tutti i paesi sviluppati del mondo, ricercatori ed imprenditori procedono ciascuno per la propria strada come due rette parallele.
Tra gli obiettivi della sinistra, in primo piano la riqualificazione del sistema universitario del tre più due, la nuova architettura delle lauree, pensata come armonizzazione del sistema europeo. Per i rappresentanti dell’Unione, in Italia c’è stata un’applicazione della riforma non del tutto corretta. Innanzitutto perché in alcune università la formula è stata utilizzata per la moltiplicazione dei corsi, per cui molti giovani si sono trovati a dover sostenere il doppio degli esami che la laurea di vecchio ordinamento prevedeva, anche se con programmi più ridotti. Il triennio invece, secondo Volpini, avrebbe dovuto rappresentare una laurea in grado di garantire l’accesso ad alcune specifiche attività lavorative per le quali non c’era bisogno di quella quinquennale.
Un’altra stortura da correggere per gli esponenti della sinistra, riguarda l’innalzamento del livello di istruzione, che il ministro Moratti ha abbassato alla terza media. “Il nostro programma prevede di portare almeno a 16 anni l’obbligo scolastico, garantendo così un’adeguata cultura di base. E’ impensabile un livello di cultura così basso, è impensabile rimanere ancorati, nel terzo millennio, a determinati livelli di istruzione”, ha concluso l’onorevole nell’intervista rilasciata ai nostri microfoni. L’Università è un bene pubblico, i giovani rappresentano molto di più che i semplici utenti consumatori dei servizi erogati. Sono i protagonisti, infatti, della didattica e in certa misura, anche della ricerca, non dimentichiamolo.

Intervista a cura di MariaRosaria Cozza

  Intervista all'On. Volpini
(articolo pubblicato il 13/03/2006)