Giorgia Lovisotto presenza la sua prima raccolta di racconti: la chick-lit italiana ha una nuova protagonista
New York e Milano, ma anche Roma o San Francisco. Le grandi città occidentali offrono la scena a un programma sempre più ricco e sofisticato: mostre, serata a tema, convegni, concerti. Sembra impossibile evitare ogni giorno a ogni ora l'evento che ci soddisfa, ci solletica, o per lo meno ci incuriosisce. Ma chi trova il tempo per rispondere all'incessante richiamo delle sirene urbane? Intorno a me vedo famiglie incastrate tra il lavoro e la lezione di nuoto dei figli che al massimo si concedono la pizza sotto casa, coppie che al primo weekend libero fuggono in qualche borgo remoto a cercare un po' della libido perduta. Le grandi città sono dei single, terreno naturale di caccia di queste creature eternamente in cerca, di un'anima, del locale-design, del parrucchiere-dj, dell'occasione cool-turale, del fingerfood party e perché no, di un libro che parli di loro.
La presentazione dell'opera prima di Giorgia Lovisotto, "Le ragazze single non parlano al plurale", presso la libreria Feltrinelli di viale Marconi a Roma si è trasformata in un happening stuzzicante, grazie anche alla presenza di Chiara Gamberane e di Carlo Guarino, i vivaci animatori del programma radiofonico di Radio24 dal titolo quanto mai sintomatico "Trovati un bravo ragazzo".
Trovarsi un bravo ragazzo non sarà facile, ma è sicuramente divertente, ci assicura anche la Lovisotto dalle pagine dei suoi racconti veloci e garbati. La scrittrice veneta, ma milanese per vocazione, coraggiosa giacca a fiori e un visetto mite, tenta di dare il giusto allure allo status-single. Nel libro le sue protagoniste si scontrano con amiche che le credono disposte a tutto pur di trovarsi il principe azzurro, nella libreria è lei stessa a fronteggiarsi con le signore mature, mogli e madri che schierate in prima fila scuotono il capo e accusano di egoismo chiunque si professi solo e contento.
A sostegno della Lovisotto arriva un aiuto insospettato. Un vecchietto, Silvano di quasi settantenni prende la parola e non senza reticenze racconta la sua storia. Ha settant'anni, vive solo, ogni tanto frequenta qualche compagna e l'idea della convivenza non lo sfiora neppure. La singletudine non ha età. Per alcuni è un punto di partenza, per altri di arrivo. Un nirvana.
(articolo pubblicato il 21/05/2006) |