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Roma. Passione e gioco. Fiducia e complicità. Il teatro contemporaneo di un drammaturgo under 40 tra i più apprezzati, Patrizio Cigliani, offre al suo pubblico una pièce interamente dedicata all’esplorazione dell’amore. E gli spettatori degli ultimi sette anni, sembrano non essere stanchi di chiedere il bis.

La nona ripresa, messa in scena nella Sala Gassman del Teatro dell’Orologio fino al 21 dicembre, riporta sul semplice e raccolto contesto teatrale due noti attori e doppiatori, Davide Lepore e Melissa Maccari, interpreti delle giovani anime innamorate di una coppia di ottantenni. La fisicità dei due attori-ginnasti che lottano, si cercano e si sfiorano in giochi sensuali diventa presto il terzo protagonista in scena, facendo da collante ai loro dialoghi.

I due vivono in un luogo dove il tempo si annulla, a metà tra ricordi di una vita insieme e la vitalità rinnovatrice del loro amore. E così che Cigliani riesce a dimostrare al suo pubblico che anche un minuto della realtà può allungarsi e durare un’ora e mezza, o tutta l’eternità. Il palco diventa il rifugio e il luogo di dialogo di una coppia simbolica, Giuseppe e Maria, in cui ogni altro dettaglio diverso dai loro volti e dalle loro voci profonde è superfluo. Basta la vicinanza con il pubblico a sottolineare il respiro dei due amanti e a creare un’atmosfera di spontaneità, che sembra quasi frutto di improvvisazione.

Ma la loro è anche una storia umana calata in un contesto storico tragico, quello della guerra. L’autore non ha rinunciato a far riflettere sulla forza dell’amore, anche nei momenti più difficili e di fragilità. Il presente e il futuro si intrecciano al passato, e quando le due anime dialoganti si allontanano basta pescare dall’acqua fresca di un catino una mela per riscoprire la passione che li ha sempre uniti. Il desiderio, la complicità e l’erotismo nel solo gesto di un Giuseppe, con la presenza scenica di un impeccabile Lepore, che imbocca la sua Maria, con la delicata interpretazione di una brava Maccari, sembrano essere la vera forza di questa giovane coppia di anziani.
Anche nel momento critico, quando la realtà sembra prendere il sopravvento e le loro voci adulte quelle inconfondibili di Arnoldo Foà e Maria Rosaria Omaggio parlano loro dalla vita reale, c’è tempo per il perdono e la comprensione.

Lo scadere del minuto, scandito dal comparire di un pendolo della morte, sembra dover far calare il sipario sia sulla scena che sulla storia dei due. Ma l’autore regala al suo pubblico l’ultimo colpo di scena, la rassicurazione che l’ “Amore non muore mai” sopravvivendo al trascorrere del tempo quando resta impresso nei ricordi e tramandato nel tempo. Un messaggio che da Aprile girerà il mondo, in una tournèe richiesta dagli Istituti di cultura Italiani di vari paesi europei e americani. In un sensibile e appassionato viaggio nei sentimenti umani, che solo il teatro con il suo riflettore puntato sull’anima ha la forza di fare.