Fino al 10 Febbraio 2008 la Mostra al Museo Boncompagni-Ludovisi

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Roma. Il Museo Boncompagni Ludovisi ospita fino al 10 febbraio la mostra dedicata al Modernismo romano, con ingresso gratuito.
L’esposizione, a cura di Irene de Guttry e Maria Paola Maino, mostra le opere di un gruppo di artisti–artigiani operanti a Roma tra il 1900 e la prima guerra mondiale, avendo come sfondo le vicende delle riviste “Novissima” (1900 – 1910) e “La Casa” (1908 – 1913) che, edite da Edoardo De Fonseca, furono campo di vivace sperimentazione modernista.

Queste opere molto devono al movimento nordico dell’Arts & Crafts e alla rivoluzione artistica viennese di “Ver Sacrum” e della Secessione. Elemento comune agli artisti rappresentati in questa mostra è l’omogeneità ideologico–stilistica, che si manfiesta in uno stile austero e neomedievalista, legato al periodo del socialismo umanitario (vedo il dipinto “Altare”, che raffigura l’incudine e le catene, simbolo collettivo del lavoro di massa). Si tratta di un’esperienza breve e circoscritta, che non ha riscontro né al nord, dove l’industria si uniformava alla corrente liberty, nè al sud, che vantava allora l’esperienza sempre modernista, di Ernesto Basile. Le opere di arte applicata esposte al Museo Boncompagni sono pezzi unici la cui costruzione artigianale veniva teorizzata e divulgata da articoli e illustrazioni sulla rivista “La Casa”, seguendo i dettami di semplicità, igiene, funzionalità e frugalità (curioso l’uso dell’incastro come tecnica costruttiva, senza chiodi e viti).

Esponente principale di questa “nicchia” artistica e concettuale è Duilio Cambellotti, accanto al quale figurano nomi meno noti come Vittorio Grassi, Umberto Bottazzi, Alessandro Marcucci, Aleandro Terzi, Nino Bertoletti, tutti attivi collaboratori delle due riviste. Le ceramiche, i mobili, le vetrate (che pure ricordano da vicino l’Art Nouveau), i dipinti e i manifesti, sottolineano la forte impronta teorica delle due riviste, in gran parte inedite, realizzate agli inizi del secolo scorso.

Una interessante sezione, realizzata a parte, è dedicata alla Scuola Professionale Femminile Margherita di Savoia di Roma di cui Umberto Bottazzi fu consulente artistico e animatore per dieci anni e per la quale fu autore di cartoni preparatori per le esercitazioni delle allieve. Le realizzazioni, ricami su tessuti e su oggetti di uso quotidiano e merletti, sono esposte accanto ad una macchina da cucito “professionale” e ad alcune foto d’epoca che ritraggono le allieve della scuola femminile al lavoro.
Allieve alle quali anche la Regina Margherita di Savoia tenne molto – come si legge da una sua dedica autografa – in quanto l’obiettivo primario della scuola era di permettere alle ragazze meno abbienti di poter provvedere autonomamente al proprio sostentamento tramite l’apprendimento di abilità artigianali.