Il padiglione italiano alla 53a Biennale di Venezia

pagina 1/1

Venezia. Il titolo scelto dai curatori Luca Beatrice e Beatrice Buscaroli per il Padiglione Italia, Collaudi, è un omaggio a Filippo Tommaso Martinetti e al Futurismo, una avanguardia artistica che quest’anno festeggia il suo centenario e che affascina tuttora il pubblico italiano e internazionale per la sua vitalità e la sua molteplicità di linguaggi artistici innovativi.
I due curatori hanno così selezionato un gruppo di artisti di età compresa tra i trenta e i quarantacinque anni, in cui si possono ritrovare alcuni aspetti di radice futurista, come il polimaterismo e l’inclusione di suoni e rumori nelle opere d’arte.

Gli artisti invitati sono i seguenti: Matteo Basile', Manfredi Beninati, Valerio Berruti, Bertozzi&Casoni, Nicola Bolla, Sandro Chia, Marco Cingolani, Giacomo Costa, Aron Demetz, Roberto Floreani, Daniele Galliano, Marco Lodola, MASBEDO, Gian Marco Montesano, Davide Nido, Luca Pignatelli, Elisa Sighicelli, Sissi, Nicola Verlato e Silvio Wolf. Tra le opere esposte spiccano i lavori di Giacomo Costa, MASBEDO e Aron Demetz. L’installazione di lightboxes di Costa dal titolo Private Garden attrae lo spettatore attraverso la presentazione di intrecci di vegetazione e rovine urbane, dalla luce diurna e notturna, che ricolloca la natura in una posizione privilegiata.

Anche nelle sculture in legno di Demetz si percepisce la durezza viva della materia e dunque la resistenza della natura all’artificio umano. La colatura di resina e cera d’api sulle sculture, di recente uso da parte dell’artista, aumenta l’idea dello stato di trasfigurazione. La resistenza viene ancora testata nella video installazione dei MASBEDO, in cui si vedono contemporaneamente un uomo e una donna lottare contro le proprie ansie e paure, barriere e solitudini, che illustrano metaforicamente la battaglia atavica dell’individuo tra la realtà e l’illusione, tra la verità e il desiderio.

Lo spazio del Padiglione si avvale di una nuova ala presso l’Arsenale facendo estendere la sua superficie a 1800 metri quadrati, anche se si trova quasi alla fine del lungo percorso dello spazio veneziano portando lo spettatore a vedere le opere con una soglia di attenzione ormai stanca e offuscata dalle tante realtà artistiche già incontrate.