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Il Consumo Responsabile è il nuovo concetto chiave del mondo in cui viviamo.
E in questo periodo di crisi richiede sempre più di essere applicato a tutti gli aspetti del "consumabile" perché legato al rispetto dell'ambiente e dei lavoratori, alla valorizzazione della manualità, della creatività e dell'autoproduzione, alla riscoperta di metodi di lavorazione tradizionali, ridando centralità alle piccole e medie imprese piuttosto che alle grandi multinazionali che spostano le loro industrie dove la manodopera costa di meno.

Il sistema moda non può tirarsi indietro davanti a questa nuova sfida.
Dopo la settimana dell’Alta moda romana, che ha visto sfilare collezioni create nel rispetto di determinati codici etici, da Nathu, a Mihn Hanh, alla sezione Etical Fashion, anche Milano si tinge di toni Etical. Anzi "Critical".

Durante la settimana del pret-à-porter milanese è stata presente "Isola della Moda", spazio espositivo per produzioni indipendenti e sperimentazioni artistiche.
Nato nel 2004, propone "Critical Fashion", evento legato all’iniziativa "FA’ LA COSA GIUSTA! Fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili".
Questo progetto è trainato dall’idea che il vestire acquista sempre più un valore simbolico, diventa il tramite per un messaggio relativo ai nostri valori, alla nostra identità, al nostro stile di vita. Si vuole quindi dare spazio e visibilità a progetti di moda critica, ma anche supportare giovani stilisti e fashion designer emergenti nello start up del proprio progetto.

Il 13, 14 e 15 marzo sono stati esposti all’interno dell’atelier self-made dello showroom del quartiere Isola, opere di 12 nuovi stilisti emergenti che hanno avuto il merito di mostrare il loro punto di vista sulla moda con creazioni nuove, indipendenti dai sistemi del Fashion system e Eticamente corrette.
Un omaggio all’artigianalità della moda che a causa delle grandi industrie va sempre di più scomparendo.

Così, tra una passerella e l’altra della settimana della moda milanese, molto glam ma poco Critical, il consumo responsabile ha trovato la sua "oasi", anzi, la sua Isola.