Alla Casina delle Civette la prima personale romana di Paolo Hermanin

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Roma. Specchio. Un oggetto che è al tempo stesso semplice e complesso, che racchiude in sé molteplici aspetti del sensibile e dell'immaginario. Lo sa bene Paolo Hermanin, che espone nientemeno che alla Casina delle Civette di Villa Torlonia le sue originali creazioni. "7+2 specchi" è il titolo della sua prima personale a Roma, in mostra fino al 7 ottobre. La tecnica utilizzata dall'artista è quanto mai curiosa: incisione su specchio retroilluminato.

Chi si avventura nell'azzeccato allestimento trova un percorso dall'ombra alla luce, in accordo con un percorso interiore suggerito da Hermanin. La resa formale dell'elemento raffigurato, che siano rocce o nuvole, ha l'immediatezza e la definitezza tipiche dell'incisione, senza per questo togliere alle opere una dimensione metafisica: ricordiamo che Hermanin si è avvicinato alla spiritualità orientale, alla quale è legata l'esperienza artistica di questa mostra. Dei molteplici piani di lettura citiamo quello legato al dualismo presente in natura (pesantezza e leggerezza, materia e spirito, luce ed ombra) e di riflesso nell'individuo, sottolineato dalla contrapposizione, nella stessa opera, di forme e densità opposte. Una seconda chiave riguarda più strettamente la meditazione sui sette chakra, che ha condizionato l'ordine espositivo delle opere rendendolo una sorta di percorso iniziatico: la prima opera è legata al chakra Muladhara, associato all'elemento terra e all'esistenza nel suo lato più concreto; la seconda opera corrisponde al chakra Svadhishthana, connesso alla creatività, la procreazione, il benessere, la sessualità e all'elemento acqua; la terza immagine corrisponde al chakra della volontà e del potere e delle emozioni intense, legata all'elemento fuoco nonché all'ego. Già la luce si fa più forte e la roccia meno presente.

Il quarto specchio è il luogo del passaggio, della soglia tra materia e spirito, legata al chakra del cuore e all'elemento aria. Il quinto specchio rappresenta il chakra Vishuddha, la purificazione: il centro dell'espressività e della chiarezza di comunicazione tra corpo e spirito; il sesto specchio ci porta alla conoscenza, alla consapevolezza di sé e all'intuizione. Si giunge così alla settima ed ultima opera, legata al chakra Sahasrara, che esprime la saggezza universale, il contatto con tutte le energie presenti nell'universo. Qui la luce è piena come, l'illuminazione che conferisce unità al tutto. Le altre due opere, non di meno importanza, rappresentano l'una la Casina delle Civette, contenitore e luogo del percorso, e l'altra Il Mandala, che riunisce in sé sinteticamente l'essenza del percorso fin qui illustrato.

Una mostra esigua solo in apparenza, dai molti significati e ricca di spunti di riflessione, allestita nell'unico luogo in cui arte ed artigianato si fondono in maniera mirabile, e dove finalmente il vetro esprime appieno tutte le potenzialità insite nelle sua peculiarità: impossibile non notare le affinità tra gli specchi illuminati e le splendide vetrate policrome della Casine delle Civette, che cambiano continuamente a seconda delle ore del giorno.

La mostra permanente della Casina e l'allestimento di Paolo Hermanin (fino al 7 ottobre 2007), reso possibile grazie alla Società del Travertino Romano, Banca Finnat Euramerica, A&A e ARCA 2000, sono visitabili con un solo biglietto: pochi spiccioli per viaggiare nell'anima e nel passato.