De Filippo torna sul palco romano della Sala Umberto con una divertente commedia

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Roma. La compagnia di teatro di Luigi De Filippo, ha presentato alla Sala Umberto il 6 novembre la commedia “Quaranta...ma non li dimostra (storia di una donna importante)”. Lo spettacolo rimarrà nella capitale fino al 25 novembre, per poi continuare la sua tournée a Portici, Civitavecchia, Taranto, Biscaglie, Firenze, e molte altre città italiane, per poi concludersi a casa, al Teatro Bellini di Napoli.

La prima rappresentazione risale al 1933, eppure il testo, a cui sono stati fatti dei leggeri ritocchi storici (è ambientata nei primi anni ’50) si dimostra di straordinaria modernità.
Come dice il sottotitolo, è la storia di una donna importante. Non per qualche merito particolare, non c’è eroismo apparente nella figura di Sesella, ma una semplicità e modestia quasi fuori tempo accentuata dal paragone con le tre sorelle che invece sono maestre di frivolezza. Nel primo atto la protagonista afferma di “tenere una fortuna picciridda”: non sta né troppo male, né troppo bene. Fino a qui l’equilibrio. Poi arriverà l’amore a trasformarla, a renderla vanitosa e “alla moda” come le altre donne. Ma tutto si rivelerà una illusione effimera e Sesella tornerà ad essere quella di sempre. Un personaggio che vive in un mondo piccolo, la casa, ma che dimostra nella sua modestia e nella sua scelta finale un coraggio fuori dal comune, il coraggio di essere se stessi, accettando tutte le conseguenze, come le derisioni continue delle sorelle troppo corteggiate e ammirate per occuparsi della casa o famiglia.

L’altra figura protagonista è senza dubbio il padre don Pasquale interpretato da De Filippo. Figura la sua profondamente analizzata, sviscerata, in scena si sente l’affetto, l’amore per questa sua figlia, che a quaranta anni ancora non ha trovato marito, l’atteggiamento nei suoi confronti è protettivo, premuroso. È un padre che vuole a tutti i costi regalarle la gioia più grande, quella dell’amore, e che quando questa forza prorompente causa la metamorfosi nella figlia, è disposto ad accettare il cambio radicale di atteggiamento nei suoi confronti, sapendola finalmente felice.
Proprio il “padre-Pasquale” come viene chiamato continuamente dal fidanzato di Giulia, è il motore comico della pièce.

Questa commedia, seppure lasci una punta di amaro nello spettatore, è una commedia: quindi si ride. E molto. Tra i momenti migliori ci sono le dispute verbali tra Pasquale e Bebé, interpretato dal bravo Giorgio Pinto, concentrate per lo più nel secondo atto. Questi ricorda la macchietta tipica del teatro napoletano, il gagà, ampiamente utilizzato dal Viviani, modaiolo e superficiale che non vuole lavorare perché..non ci è abituato!

Oltre ad un bel cast la commedia vanta anche una bella scenografia di Salvatore Michelino e dei costumi molto azzeccati di Maria Laura di Monterosi.
Per gli amanti del teatro sarà certamente una bella occasione per rivedere una divertente commedia, per i neofiti del teatro sarà un bel modo di avvicinarsi al palcoscenico, per tutti gli altri è un’ottima occasione per spegnere la televisione e vedere qualcosa che fa sorridere con classe senza la volgarità scontata che sembra essere diventata indispensabile per strappare dei sorrisi.