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Michelangelo Buonarroti
Prospetto e pianta per le tombe parietali di Leone X e Clemente VII nel coro della basilica di San Lorenzo a Firenze, 1526 circa - Matita, penna e acquarello 39,5 x 27,4 cm
Mostra al Vittoriano sino al 24 maggio sui 50 anni della Corte Costituzionale
La Repubblica si festeggia   di Riccardo Mazzoni
Fernanda Contri: "Una mostra nella casa degli italiani, voluta dal Presidente Ciampi"

Commenti raccolti da Riccardo Mazzoni

  Commento del Prof. Marcenaro su Michelangelo

  Il significato della mostra per la dott.ssa Contri - vice presidente Corte Costituzionale


Roma. Il 19 aprile si è tenuta presso la terrazza del Vittoriano la presentazione della mostra "50 anni di Corte Costituzionale", con sottotitolo "Le immagini, Le idee". Presenti i curatori Giuseppe Marcenaro e Piero Boragina, l'organizzatore Alessandro Nicosia, autorevoli rappresentanti delle istituzioni culturali italiane come Claudio Strinati e Louis Godart, il vice presidente della Corte Costituzionale Fernanda Contri. Durante la presentazione si sono affermati i principi cardine della mostra: non ricordare ma presentare, al suo 50° anniversario dalla creazione, il lavoro svolto dalla Corte tramite un percorso di quadri, inseriti all'interno di sezioni che la Corte ha maggiormente trattato nel corso della sua storia. Pertanto: le immagini, le idee. Perché le idee espresse dalla Corte vengono riproposte sotto forma di stralci delle loro sentenze ma illustrate tramite i quadri, creando rimandi che si complementano a vicenda. Gli artisti scelti per rappresentare l'idea dei principi espressi dalla Corte nei suoi ciquanta anni, presentano come elemento unificante l'aspirazione al diritto ed al sentimento di eguaglianza e solidarietà tra cittadini. Tra i nomi presenti, Michelangelo, Pontormo, Bronzino, Francesco Guardi, Boccioni, Casorati, Sironi. E poi, uno scritto autografo di Machiavelli, il conto corrente di Michelangelo e una lettera di Guicciardini. Devo ammettere, la presenza di alcuni artisti non del Novecento mi ha sorpreso. Infatti la mia idea è che la Corte Costituzionale sia un emblema della Repubblica, che sia un'immagine tipica dell'Italia risorta nel secondo dopoguerra. Non è molto affine ad altre epoche rappresentate, come il cinquecento. Rappresentare le varie sezioni, trattate nel corso degli anni dalla Corte, con opere non del Novecento secondo me rappresenta una forzatura. Come si sentirà nel dialogo col dottor Marcenaro, la risposta al mio dubbio è stata che la mostra la si poteva realizzare in molti modi diversi, anch'essi equivalenti, e comunque anche artisti di altre epoche possiedono le qualità giuste per l'obiettivo della mostra, rappresentare il lavoro della Corte Costituzionale. Anche da questo spunto di dibattito, emerge che la mostra si presenta dinamica, attiva come il dottor Marcenaro ha spiegato nella conferenza, che si presta a valutazioni diverse e che spinge lo spettatore ad a partecipare. Pertanto è una mostra che si deve vedere.

(articolo pubblicato il 24/04/2006)