Raccontare un grande della canzone
italiana come Gino Paoli significa raccontare un'epoca, gli anni 60. E
raccontare quel periodo non è solamente compiere un semplice tuffo nel
passato, ma soprattutto trascrivere un autobiografia sentimentale, un
percorso emozionale indietro nel tempo che non pu˜ prescindere dalla propria
educazione musicale. Gianni Borgna questo tuffo lo ha compiuto, e a noi oggi
consegna il risultato.
Sono le 18 in punto alla libreria Feltrinelli della
Galleria Colonna, quando l'Assessore capitolino alla Cultura accende i
microfoni e di fronte a una cinquantina di persone introduce il suo ultimo
libro, "Gino Paoli - Una lunga storia d'amore".
Assieme a lui un emozionato
Marco Lodoli, che dopo un breve incipit di Borgna sul senso di questo
attento lavoro compiuto negli anni, nella raccolta e nella ricerca del
materiale, impugna il microfono e inizia il suo personale salto nel passato.
Ci ricorda che un tempo l'immagine del poeta era inseparabile dall'immagine
della cetra, e come ad un certo punto della storia la parola abbia preso
tutta un'altra strada dalla poesia, separandosene. Quel punto è
rintracciabile in anni non molto lontani.
Tra la fine degli anni '50 e
l'inizio dei '60, Paoli inizia la sua straordinaria carriera artistica, e
percorre quegli anni assieme ad altri artisti suoi amici, pensiamo a
Fabrizio De Andre, Luigi Tenco, Bruno Lauzi, tutti appartenenti a quella
meravigliosa scuola di Genova che portava in seno forti passioni civili e
politiche, nonchŽ una viscerale autenticità musicale. In quel periodo musica
significa "incontro con l'altro", si traduce in liriche essenziali, vuol
dire semplicità, franchezza, e tanta malinconia. Un sentimento questo che
andrebbe rispolverato e innalzato a sentimento nobile, rivalutato in ogni
suo aspetto, perché è un sentimento meraviglioso - sottolinea Lodoli -
ampio, sociale, che ci fa sentire appartenenti ad una stessa condizione e
realtà, ad una stessa fragilità che è propria dell'uomo. Ed è bello
schierarsi dalla parte di questa fragilità, piuttosto che dall'arroganza.
Per molti ragazzi oggi i miti e i modelli di vita sono personaggi di
successo, deboli in realtà come la scia di una stella cadente. Fanno luce,
ma non durano molto. E i giovani li seguono e inseguono, non rendendosi
conto di idolatrare progetti che li escluderanno.
Dopo essere tornato con la mente ai giorni nostri, Lodoli passa nuovamente il microfono a Gianni
Borgna, che ricorda le magnifiche canzoni di Paoli nei primissimi anni di
carriera e quelle successive, come "Per te", una canzone meno famosa ma
sicuramente tra le preferite dell'autore. Al pubblico in sala mostra il DVD
che affianca il libro, 57 minuti che contengono anche due lunghe interviste
all'artista genovese (la prima del 1976, la seconda di oggi) dalle quali
emerge un ritratto inedito, romantico, vero, carnale, di un uomo che ha
fatto della poesia l'ispirazione di tutta la sua vita. E ai presenti lascia
la sensazione che un po' di quell'aria genovese, quell'ispirazione, quella
musica leggera ma profonda sia filtrata dalla copertina scura di quel libro
e si sia posata su di loro. Fuori, è tutto un altro mondo.
(articolo pubblicato il 24/01/2006) |