UniversyTV.it

La locandina
Il Codice da Vinci: tanto rumore per nulla?   di Valeria Liguori
Ecco le reazioni dopo l'uscita del film: il pubblico diviso a metà, la critica invece è decisa

"Che un film, scritto nel 2004 possa cambiare la storia della Chiesa è una tesi ridicola", afferma Jean Reno

148 minuti di film, tratto dal best-seller di Dan Brown, che inchiodano lo spettatore sulla poltrona del cinema. Il film, diretto da Ron Howard, più che il libro, arriva in un momento di fervore religioso cristiano. Già prima della sua uscita, innumerevoli predicatori hanno lanciato sermoni contro il film, non avendolo, però, ancora visto.
Nonostante la critica non l'abbia approvato, il Codice da Vinci ha stabilito il record assoluto per il primo giorno di programmazione: distribuito in oltre 900 sale nel nostro Paese ha incassato oltre due milioni di euro.
Mettendo da parte le polemiche religiose, in un film dove praticamente si riassume, in maniera a volte frettolosa, la storia del cattolicesimo in un'atmosfera di thriller e di horror, il pubblico intervistato all'uscita dalle sale cinematografiche è diviso, spaccato come una mela nel suo mezzo: metà degli spettatori si interroga circa i motivi della bocciatura da parte della critica, l'altra metà ha apprezzato la pellicola soprattutto quegli spettatori che provengono dalla lettura del libro, trovando la storia decisamente equilibrata rispetto al romanzo. Solo una piccola parte afferma di essersi annoiata e non ha seguito a pieno la storia.
Costato 125 milioni di dollari, di cui sei sono andati in diritti d'autore e venti al protagonista principale, Tom Hanks, il film ci mostra Il museo del Louvre egregiamente ricostruito in Bretagna, presentandoci la maestria del pittore James Gemmil che ha riprodotto 150 copie di quadri partendo dagli originali.
La regia, il cast artistico (Audrey Tautou, Ian Mc Kellen, Jean Reno, Paul Bettany, Alfred Molina, Jürgen Prochnow), quello tecnico, la storia, tutto avrebbe dovuto contribuire alla spettacolarità del film, ma delle semplificazioni della trama romanzata, alcune "velocizzazioni" di dettagli fondamentali per entrare nell'atmosfera e nella storia, e, per tutto un pezzo di film, l'assenza di profondità psicologica dei personaggi, creano nello spettatore una sorta di confusione: per riprodurre fedelmente il romanzo, Howard tralascia lo sviluppo corretto del climax dando spazio a troppa tecnologia negli effetti speciali.
Audrey Tautou, bella, con il suo solito sguardo magnetico, sembra però non essere proprio a suo agio nel personaggio della donna misteriosa, fino a risultare poco convinta, ancor di meno credibile.
Questo rumoroso Kolossal sembra insomma, che, ad un certo punto, non trovando una via d'uscita plausibile, abbia messo la parola fine per salvare il salvabile...e noi comuni mortali, restiamo in attesa del prossimo Kolossal...e del prossimo merchandising che funzioni bene come questo...

(articolo pubblicato il 01/06/2006)