Un Caos calmo attorno a Moretti/Paladini

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Nanni Moretti - il regista e attore - e Pietro Paladini - il protagonista del Premio Strega 2006 “Caos Calmo” di Sandro Veronesi - sono la stessa persona, e si notava già dalle pagine del libro, dove forse più evidenti sono le manie, le fissazioni, le paranoie che vengono fuori dagli interminabili flussi di coscienza del protagonista. Il fatto è stato più volte confermato da Moretti stesso, che ha dichiarato di non aver mai pensato, da lettore, a un’ipotetica regia, ma subito all’interpretazione di quel ruolo, il ruolo d’un uomo realizzato, marito, padre, fratello, amico, ottimo dirigente, che, improvvisamente, perde la moglie e la voglia di vivere. Esce dalla vita, anzi, confinando la sua esistenza alla piazza in cui s’affaccia la scuola di sua figlia, bambina fin troppo matura che sembra non soffrire la perdita della madre, alla panchina (l’auto, nel libro) da cui osserva il mondo (“là fuori”, verrebbe da dire, ché lui guarda tutto come da un acquario) e i suoi giri perpetui di persone, cose e cani. È un ostinata fuga dal mondo, la sua, e consapevole, se Pietro trasforma la panchina - su cui passano prima i giorni del lutto e del rifiuto, poi le settimane del dolore, infine i mesi della presa di coscienza, faticosa e sotterranea – in ufficio e casa, non negando a colleghi e amici d’incontrarlo proprio là, sotto il sole o la pioggia, organizzando riunioni come semplicemente ascoltando i problemi degli altri, non negando – proprio lui - un consiglio a nessuno, in un sentimentale leit motiv di abbracci.

Queste persone che entrano ed escono dalla scena, ogni volta raccontandosi a Pietro, e al pubblico, un po’ di più, così fortemente caratterizzate, sono addirittura la chiave del film (e del libro, dove hanno più spazio), ognuno pronto a dire all’autoemarginato Pietro “fai proprio bene a restare qui”, ma poi consapevole di far parte di quel cordone ombelicale che lega il protagonista, e lo farà tornare, alla vita. Il cast del film è, anche in queste parti minori e importantissime, in questo caos calmo di uomini e donne, più che azzeccato, ma vanta d’altronde i nomi di Silvio Orlando, collega di Pietro, Isabella Ferrari (che ha girato con Moretti la famosa scena che rappresenta poi, assieme al pianto liberatorio, l’annuncio del ritorno del protagonista alla vita), Valeria Golino, cognata pazzoide e Alessandro Gassman, fratello ricco, noto e scapestrato.

La figlia di Pietro Paladini è interpretata dalla brava Blu Yoshimi, mentre inaspettato è il cammeo finale con Roman Polanski. Uno spiraglio di futuro nella vita di Pietro è rappresentato dal bel volto di Kasia Smutniak (un’interpretazione tutta di sguardi, la sua), incuriosito, e come non esserlo, da quell’uomo che vede passare le giornate ai giardinetti, ma di cui non sa nulla. E nulla si saprà di quel futuro, mentre la bambina invita il padre a ritrovare il senno e sulla piazza cade la neve.