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La trasmissione televisiva piu’ accattivante dell’ultimo decennio la conosciamo tutti. E’ un format a schema fisso di larga distribuzione.

La sorpresa di questo film, diretto da Danny Boyle, non è nel vedere lo svolgimento del gioco, ma tutto quello che c’è dietro. Aiuto del pubblico, 50 e 50, telefonata a casa. Sono i soliti aiuti a disposizione del concorrente per effettuare la sua scalata personale verso il milione. Sicuramente per andare il piu’ avanti possibile nel gioco bisogna avere tanta fortuna ed una buona dose di cultura. Jamal, ventenne, si trova per una serie di coincidenze e di fortune ad essere seduto davanti al presentatore indiano de Il Milionario.

Il regista, autore di Trainspotting si è spostato in India per cimentarsi in una nuova avventura e girare una pellicola contaminata di stili generi, culture, a metà tra Oriente ed Occidente. Attraverso le domande del presentatore estratte r.a.m. dal cervellone centrale, veniamo a conoscenza man mano della vita del giovane ragazzo che concorre. Quindici risposte alle rispettive domande che espongono la sua storia ed il percorso di vita di questo ragazzo per nulla facile, pieno di violenza, di perdite affettive e pieno di altre mille conseguenti peripezie amorose che l’hanno reso uomo fin da bambino.

Il film è composto da un’insieme di flashback messi davanti agli occhi dello spettatore che fanno emergere piu’ che la cultura del ragazzo, gli insegnamenti di vita. Elementi del Karma contribuiscono alla riuscita del ragazzo. Le scene, piene dei mille colori e sfaccettature melodrammatiche di Bollywood ci travolgono tra una domanda e l’altra. Il film è da considerarsi un ibrido, contaminazione di generi, dove non può mancare l’happy-ending amoroso tra Jamal e la sua giovane amata. Presente un momento di riflessione acuto sulle condizioni dei bambini che vivono realtà quotidiane estremamente atroci, dove le violenze dei piu’ grandi sono all’ordine del giorno.