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Esiste un mondo parallelo al nostro, dominato dal Magisterium, che cerca di controllare l’umanità intera, indirizzandola verso un volere condiviso, fatto di ordini precisi e assolutamente inoppugnabili. In questo mondo gli esseri umani sono sempre affiancati da un Daimon, ovvero dalla manifestazione fisica della propria anima, che prende la forma di un animale che, nel caso dei bambini, può cambiare fino a raggiungere da adulti la stabilizzazione.

Una terribile minaccia però incombe sul dominio incontrastato del Magisterium: un semplice e delicato oggetto, una Bussola d’Oro, potente strumento mistico che può indicare la verità, rivelare quello che gli altri desiderano nascondere e prevedere, o anche modificare, il futuro. Bussola finita incautamente in mano ad una coraggiosa e impavida bambina di 12 anni che, affiancata dal suo Daimon Pantalaimon, finirà in una straordinaria avventura. La piccola Lyra partirà così per salvare il suo miglior amico, rapito dai terribili Ingoiatori, comandati e gestiti dalla bellissima ma altrettanto perfida Marisa Coulter, e il suo amorevole zio, andato in cerca della misteriosa ‘Polvere’.
Supportata dai Gyziani, popolo di marinai, da streghe volanti e dall’ Orso combattente Iorek Byrnison, attraversando mari e monti fino a spingersi al Polo Nord, Lyra riuscirà a fermare una terribile guerra… Il romanzo di Philip Pullman (il primo di una trilogia) da cui è tratto il film, è una favola per adulti, creata su intrecci psicologici molto complessi e per questo, difficile anche da trasferire sullo schermo. All’inizio sembra di trovarci nel primo film di Harry Potter: siamo in un istituto dedito all’educazione dei ragazzi che in qualche modo, sembrano essere speciali. E sono proprio i loro Daimon a renderli speciali: una rappresentazione dell’anima in forma animale che, nei bambini muta continuamente forma. Probabilmente il concetto di Daimon avrebbe dovuto essere piu’ approfondito, dato che sono il punto centrale della storia. Il film in questo rappresenta diverse mancanze: i personaggi sono tutti poco approfonditi. Riempiono il film anche come massa, rendendolo comunque scorrevole. In questo senso il regista ha scelto di dare ampio spazio ai numerosissimi effetti speciali, ben fatti, attraenti, ma appunto non sufficienti.

Il film sembra un mix di film fantastici che sono alla base ormai della storia del cinema: si spazia da Buffalo Bill nel personaggio del capitano a La Storia Infinita, ad Harry Potter appunto, fino ad arrivare al Signore degli Anelli (la struttura narrativa è identica), mischiando insieme generi, colori e caratteristiche spesso opposte tra loro. Nonostante cio’ il film appare freddo proprio come il Polo Nord, la storia non riesce a scaldare gli spettatori adulti, ne’ i piu’ piccoli in quanto presenta scene di violenza esagerata per un pubblico di bambini. Lo spettatore in un “fritto misto” non ha il tempo di affezionarsi ad uno dei personaggi: la bambina cattivella che diventa buona , l’orso cattivo che combatte e poi diventa re dedito alla protezione della bambina, la donna cattiva che si rivela madre della piccola Lyra, insomma, nessuno la spunta liscia in termini di popolarità.

L’impostazione narattiva è assolutamente identica a quella del Signore degli Anelli. Partenza lenta, storia che giustamente si costruisce senza fretta, viaggio dell’eroe della piccola Lyra attraverso mondi fantastici e pieni di minacce, decine di prove intermedie da superare, fino allo scontro finale che, come nel caso del Signore degli Anelli, si interrompe lasciando al capitolo successivo il compito di proseguire. C’è chi ha considerato questo film come un esplicito riferimento alla Chiesa Cattolica e al Vaticano contro la battaglia quotidiana verso il laicismo. E’ cosi’ che molte associazioni cattoliche degli Stati Uniti hanno boicottato il film in massa.

Dal punto di vista tecnologico i Daimon, interamente realizzati in digitale, donano un effetto di luce e fluidita’ all’intero film. Ottima la fotografia, a cura di Henry Braham in grado di spaziare dai colori dei paesaggi caldi a quelli scuri e freddi del Polo Nord. Numerosi i colpi di scena e le domande aperte, proprio come il finale che esplicita chiaramente i futuri episodi della trilogia. Nicole Kidman merita una nota: i suoi occhi, la sua espressione, elementi che rendono perfettamente la sensazione di donna gelida, perfida, ma sicuramente il pubblico avrà difficoltà ad apprezzarla in questa veste. In conclusione: il film è da vedere perché nell’insieme modifica l’idea del genere fantasy creatosi con i film degli ultimi decenni. Una raccomandazione per gli adulti: spiegate con molta attenzione le scene violente ai bambini, se proprio non potete fare a meno di questo film! Buona visione.