Roma. Il 15 Novembre la Galleria Russo ha organizzato un prestigioso incontro sui 35 anni della caduta del Muro di Berlino.
Era infatti il 9 Novembre del 1989 quando la divisione fisica e mentale di Berlino veniva presa a picconate, iniziando il processo di unificazione della Germania.
Proprio questo era l’argomento dell’incontro, che vedeva la presenza del senatore Giulio Terzi di Santagata, del Presidente della Venice International University Ambasciatore Umberto Vattani, della Lecturer di storia dell’Europa e della Russia Carolina De Stefano e di Corrado Chirico, giornalista del Neue Zürcher Zeitung.

Proprio a Corrado Chirico a fine incontro abbiamo chiesto di sintetizzare l’esito della riunificazione tedesca.

Sono passati 35 anni dalla caduta del muro di Berlino.Prima al convegno ha fatto riferimento ad una evoluzione della Germania dopo quell’anno (1989): quali sono risultati di questa unificazione?

E’ una riunificazione incompiuta. A livello politico ed istituzionale è assolutamente compiuta, mentre a livello sociale continuano ad esserci delle crepe enormi. Divari economici e sociali, sintetizzabili nella comprensione reciproca.
L’essere pronti a vedere, soprattutto dai cittadini della Germania occidentale, i propri connazionali che hanno vissuto nella DDR come tali, come appunto concittadini. Questo ancora non è stato raggiunto, per questo motivo si deve parlare di una riunificazione ancora non compiuta.
E’ chiaro che molti divari sono stati colmati ma non basta. E forse l’aspetto più sconcertante di questa evoluzione è la recente affermazione elettorale dell’AFD, dove per capire quello sviluppo politico bisogna assolutamente analizzare i motivi più profondi, i quali si riconducono al Novembre del 1989.

Anche perché nella Germania dell’Est vi è stata una sorta di continuità, dall’impero prussiano, alla Germania nazista, alla DDR: si può dire una eternità di regimi militari sotto varie forme?

Certamente. In questo caso, in Germania orientale, abbiamo una inesperienza democratica nei processi e nell’uso delle istituzioni. Invece, in Germania occidentale, è potuto accadere: per il vantaggio di essere stata durante la guerra fredda in un contesto democratico, che ha coltivato generazioni nella democrazia. Differentemente, appunto come indicato, una consistente parte della popolazione tedesca ha vissuto più generazioni ininterrottamente sotto dittatura. Questo è un elemento che ancora esiste, è profondo, rappresenta la matrice del divario.