La regista Thea Sharrock ci regala un’altra bella pellicola. Dopo “Io prima di te” “l’unico e insuperabile Ivan” “The beautiful game “ora possiamo vedere “Cattiverie a domicilio” gustosissima commedia anche se in realtà definirla commedia è un po’ riduttivo. Si tratta di una storia realmente accaduta che la regista ha saputo magistralmente ricostruire, mantenendo il contesto storico ponendo in risalto problematiche inalterate nei tempi perché sì ciò che si narra è talmente attuale da poter essere ambientato ai nostri giorni. Basterebbe solo cambiare gli scenari ambientali e la storia si ripete come se fosse oggi.
Siamo nei primi del ‘900, nella piccola città di Littlehampton nel Sussex dove si svolge una storia di amicizia, incomprensioni e vicinato che culmina in una serie di fatti sorprendenti. Edith Swan e Rose Gooding, due donne prima amiche e poi nemiche. Edith vive i suoi genitori, una classica famiglia puritana dai principi morali inflessibili, patriarcale, intrisa di perbenismo e finta apparenza. Cura la casa e i genitori, viene trattata come una eterna bambina da proteggere tra l’essere considerata una minorata e una donna delle pulizie. Rose, invece, si è trasferita Littlehampton con una situazione familiare complessa, è una ragazza madre che per non rendere la sua condizione ancor più scandalosa (una figlia nata fuori dal matrimonio) si appropria del ruolo di “vedova di guerra”. Inoltre Rosee è irlandese con un carattere molto ribelle e turbolento, per le sue frequentazioni e il suo linguaggio è mal vista e poco tollerata. Le due donne sono vicine di casa. Quelle tipiche case inglesi fuori dalle grandi città, dove sono attaccate l’una all’altra con le porte colorate, il pub sulla via di casa, punto di aggregazione della comunità, poi troviamo le iconiche mailbox rosse, la gente che si sposta in bicicletta ( le macchine sono per ricche e per le grandi città) che sfrecciano lungo le stradine tortuose tutte sali e scendi.
Come tutti sappiamo la convivenza di vicinato è difficile e le due donne vedono trasformare l’amicizia in divergenze per precipitare in comportamenti scorretti. Questi dissapori si trasformano in sospetti quando iniziano ad essere recapitate una serie di lettere offensive, prima ad Edith poi a tutta la comunità. Le accuse vengono volutamente fatte convergere su Rose che la portarono ad essere condannata per diffamazione. Dopo periodi di detenzione e processi, la verità venne a galla……..
La visione del film scorre veloce, non mancano momenti per ridere e momenti per riflettere. Buona la ricostruzione storica, l’interpretazione di tutto il cast ognuno riesce a conferire al proprio personaggio una sua caratteristica tale che lo spettatore può riconosce il proprio vicino, amico, conoscente. Le pari opportunità non rispettate che vengono messe in risalto possono far capire quanto è stato raggiunto e quanto ancora c’è da fare per avere anche oggi un equo traguardo. Tra le curiosità che si trovano nel film è l’utilizzo di tecniche innovative da parte degli investigatori nelle indagini che hanno permesso la svolta chiave nel processo finale.