La sala dei professori è il film di Ilker Çatak proposto come uno dei candidati agli Oscar come miglior film straniero per la Germania.
Attrice protagonista Leonie Benesch interpreta la professoressa Nowak, una giovane insegnante di attività motoria e matematica, alle prime esperienze didattiche. I suoi allievi sono ragazzi adolescenti, il suo metodo è interattivo, ama coinvolgere direttamente i ragazzi e contrastare rivalità o qualsiasi tipo di controversie con la ricerca dell’armonia e comunicazione. L’approccio didattico della professoressa Nowak non è uguale a quello dei suoi colleghi e anche alla politica della scuola che adotta il concetto di “tolleranza zero”. Durante l’anno scolastico si verificano dei furti nella sala dei professori e nella scuola, per alcune ipotetiche supposizioni l’attenzione è focalizzata su un ragazzo straniero, viene convocato dal Dirigente Scolastico nel suo ufficio e alla presenza di alcuni insegnanti perquisito, il suo portafoglio contiene una cifra rilevante che secondo il corpo docente è sproporzionato al ragazzo.
I genitori convocati confermano che la somma è stata da loro affidata al ragazzo per comprare un regalo, si crea una aperta conflittualità perché i genitori si ritengono discriminati in quanto stranieri e di tale discriminazione il loro figlio. Da questo precedente s’innesca una serie di reazioni all’interno della classe, il ragazzo viene marchiato come ladro ai loro occhi e bullizzato. I furti continuano e la tensione nella scuola è alta tutti i docenti vorrebbero che ci fosse un’indagine tra i ragazzi per scoprire il responsabile. Un giorno la professoressa Nowak lascia di proposito nella sala professori in bella vista, la sua giacca con dentro dei soldi, il pc acceso con la telecamera in funzione. Dopo la lezione rientra in sala professori e vuole vedere cosa la telecamera nascosta ha registrato. Dalla visione del filmato scopre che un braccio è stato ripreso nell’atto di rubare i soldi nella sua giacca, con l’indizio della camicia ricerca la persona che in quel momento l’indossa, trovata nella persona di una assistente di segreteria cerca in privato una ammissione di colpa. Da questo indizio si innescheranno una serie di molteplici eventi che a cascata porteranno la professoressa Nowak a trovarsi in serie difficoltà con tutti: i colleghi, gli alunni, i genitori. Come riuscirà a cavarsela?
La pellicola è senza dubbio molto interessante, la narrazione è fluida ben integrata con il montaggio e i tempi di regia.
Gli argomenti pongono in risalto molte problematiche attuali. Nonostante il sistema scolastico raccontato sia legato ad una nazione diversa dalla nostra, la Germania, non viene preclusa la possibilità di traslare l’insieme in un qualsiasi istituto scolastico italiano.
Il difficile ruolo dell’insegnante come educatore dei nostri giorni, dove i ragazzi sono nettamente diversi dagli adolescenti di 15/20 anni fa, come lo sono i loro genitori che a loro volta si sono modificati per andare incontro alle esigenze dei loro figli; la società oramai multietnica richiede una preparazione e un’attenzione specifica che non sempre equivale ad integrazione. Lo spettatore viene risucchiato nella storia che si ramifica in una serie di piccoli dettagli, nonché di scelte che determinano l’andamento e di volta in volta si trova a prendere le parti di uno o dell’altro, a schierarsi a favore o contro. Questo è il punto di forza del film: la concatenazione di scene sempre in conflitto: la protagonista ed un interlocutore diverso, in questo modo il racconto maschera il messaggio pedagogico, i tempi sono da perfetto thrilling fino alla fine. Dopo la fine? Sicuramente tanti spunti di riflessione ma anche tante ipotesi per cambiare.