Wonder: White Bird nasce come spinoff di Wonder ma è solamente un pretesto, un contorno per poter meglio vendere la storia narrata in White Bird. Effettivamente, i rimandi a Wonder si consumano nei primi cinque minuti di film, attraverso la figura di Julian. Così il regista Marc Forster narra una storia sulla gentilezza, sulla capacità di accettare gli altri e di saper gestire le differenze che ci rendono unici. Il protagonista Julian è un ragazzo turbolento, aggressivo come lo possono essere i ragazzi di oggi, più interessato a dimostrare il proprio potere sugli altri che comprendere l’essenza della scuola come culla della conoscenza.
La sua giovane età lo tiene all’oscuro del passato della sua famiglia soprattutto di quella nonna che non vive con loro bensì in un altro continente, l’Europa, di quel passato che non viene raccontato mai in una famiglia dove i genitori sono troppo spesso assenti per lavoro, presi da continue conferenze da una parte all’altra degli USA. Non importa come o quando la nonna appare…..è importante come lo fa e cosa dice. “Vedi, Julian, ci vuole sempre coraggio a essere gentili. Ma ci sono dei tempi in cui la gentilezza può costarti cara, e allora diventa un miracolo”. Poche semplici parole come prologo ad una storia che ripercorre un argomento molto sfruttato: la discriminazione antisemita. Questa volta vissuta e vista dagli gli occhi di un adolescente, la nonna di Julian (una magnifica interpretazione di Helen Mirren) che improvvisamente come a tante altre persone in quel periodo ha visto il proprio mondo stravolgersi repentinamente dall’oggi al domani, impotenti di fronte alla cattiveria umana. Se è pur vedo che tante vite furono sconvolte altrettante persone si adoperarono per salvare chi fu oppresso dall’ingiustizia anche a costo della propria vita. Sull’oggetto della trama non occorre dilungarsi molto, in sé un argomento noto: vale la pensa invece soffermarsi sulla bravura dei due ragazzi protagonisti Orlando Schwerdt e Ariella Glaser, giovani e bravissimi nell’interpretare con tale realismo e partecipazione una tematica che non gli appartiene se non come un argomento da apprendere sui libri di storia. Riescono a tenere altissima l’emozione per tutta la durata del film grazie anche alla bella fotografia e scenografia che diventa protagonista in alcune scene al pari degli attori. Una pellicola commovente mai esageratamente da scadere nello sdolcinato sempre con un sottile velo commovente che colpisce chiunque.