Il racconto di una persona sola che vive in modo analogico in un mondo totalmente digitale.
In una sola riga può essere descritto l’ultimo film di Wim Wenders, Perfect days.
Ma l’interpretazione di Kôji Yakusho, palma d’oro a Cannes come miglior attore, richiede che si vada in profondità.
Questo umile lavoratore, appassionato di cultura, avido lettore di libri, avido ascoltatore di cassette musicali, vive in parallelo la sua vita all’interno di una realtà, in questo caso Tokyo, totalmente digitale.
Di preciso, per digitale cosa si intende? Anche una cassetta musicale è tecnologia ed anche il protagonista usa il cellulare per lavoro.
Per digitale il regista individua almeno tre aspetti:
- la propria vita si risolve nell’uso del cellulare, in quasi totale assenza di un incontro fisico;
- mancanza di una manualità, dall’uso del contante al tenere aperto un libro in mano;
- le regole della vita, le modalità di comportamento, provengono o si adattano da contesti tecnologici.
Il personaggio principale ha trovato il suo equilibrio nel confronto dialettico con la realtà. Semplicemente esegue la sua routine quotidiana, fotografando la bellezza della natura e della luce durante la pausa pranzo usando una macchina fotografica a pellicola, accettando una realtà che non lo accetta del tutto, lo sopporta.
Ultimo samurai di una vita dove si dialogava direttamente con le persone senza mediazioni tecnologiche, lottando con i propri sentimenti ma in una realtà vera, concreta, manuale, il personaggio principale di Perfect days mostra un modello di resistenza all’invadenza tecnologica e del consumo.
Come gli riesce? Esattamente come aveva predetto Pasolini, in una personale e periferica torre d’avorio perché di fronte al diluvio della separazione e della incomunicabilità poco si può opporre.
Il film sembra piuttosto dedicato alle nuove generazioni, perché le precedenti che hanno vissuto in questi contesti analogici poco si potrà aggiungere se non un ricordo malinconico, cadendo però nel meccanismo del passato meraviglioso in confronto ad un presente triste.
Dedicato alle nuove generazioni perché presenta un modello di vita che non conoscono e che richiede forza di volontà per accettarlo e condividerlo.
Ma tutto questo servirà?