Pieter Paul Rubens esposto alla Galleria Borghese di Roma: di per se’ il massimo che non ha bisogno di presentazioni e di raccomandazioni per visitarlo.
Nonostante questo, vogliamo anticiparvi alcune delle meraviglie che potrete vedere fino al 18 Febbraio 2024.
L’esposizione, a cura di Francesca Cappelletti e Lucia Simonato, rappresenta un grande progetto realizzato in collaborazione con Fondazione Palazzo Te e Palazzo Ducale di Mantova. Obiettivo: raccontare i rapporti tra la cultura italiana e l’Europa attraverso gli occhi di Rubens.
Sono ben 50 le opere provenienti dai più importanti musei al mondo – tra i quali il British Museum, il Louvre, il Met, la Morgan Library, la National Gallery di Londra, la National Gallery di Washington, il Prado, il Rijksmusem di Amsterdam – ripartite in 8 sezioni: una ricostruzione dell’intero processo intellettuale che ha portato Rubens ad una nuova concezione dell’antico e dei concetti di naturale e di imitazione.
Per questo la mostra tiene conto non solo delle opere italiane che documentano lo studio appassionato e libero dagli esempi antichi, ma anche della sua capacità di rileggere esempi rinascimentali e confrontarsi con i contemporanei, approfondendo aspetti e generi nuovi.
Una delle meraviglie è il disegno dello Spinario, statua che Rubens disegna a sanguigna e successivamente con carboncino rosso. La novità, per l’epoca, è la ripresa della posa da due punti di vista diversi, così da rendere vivo il disegno, quasi fosse eseguito da un modello vivente invece che da una statua. Questo processo di animazione dell’antico, per quanto eseguito nel primo decennio del secolo, sembra anticipare le mosse di artisti che, nei decenni successivi al suo passaggio romano, verranno definiti barocchi.
Un altro dialogo avviene tra Rubens e Leonardo da Vinci proprio sul disegno. La raffigurazione del moto e dei cavalli in levade nel Due mischie di fanti e cavalieri, molto raro da vedere al di fuori della sua sede delle Gallerie dell’Accademia a Venezia, viene ripresa da Rubens nel San Giorgio che uccide il drago, diventando punto di contatto anche con Bernini, lo scultore che ha reso il movimento con il marmo. In questo caso, la terracotta il leone che si abbevera di Bernini rappresenta un punto di confronto con la leonessa e il leone a riposo di Rubens.
Altre meraviglie si potranno vedere: non resta che andare a visitare la mostra.