C’mon c’mon è il quarto lungometraggio girato di Mike Mills, che oltre ad essere regista è creatore di videoclip per musicisti famosi, oltre che fondatore di una sua linea di poster, magliette e gadget.
In questo lungometraggio ha voluto il Premio Oscar Joaquin Phoenix nel ruolo di protagonista. La pellicola è in bianco e nero che evoca un ricordo antico, la storia è tenera nella narrazione ricca di emozioni e spunti di riflessione. L’ambientazione non ha un preciso periodo ma ciascuno può datarlo attraverso i propri ricordi, le scene, i dialoghi e le tematiche trattate. Il protagonista è un intervistatore radiofonico che gira gli USA intervistando la nuova generazione (ragazzi e ragazze adolescenti) in merito ai loro pensieri e relazioni con gli adulti, la società, le aspettative che nutrono…parallela a questa traccia si snoda la parte privata del giornalista itinerante: una sorella che vive il suo dramma personale (un marito affetto da problematiche mentali) si divide tra l’assistere il marito in un’altra città e il figlio che deve affidare per raggiungere il marito. Fratello e sorella si sono allontanati negli anni dopo la morte della loro madre ed ora la sorella chiede al fratello di prendersi cura del proprio figlio per il tempo della sua assenza.
Zio e nipote sono due perfetti sconosciuti e devono imparare a conoscersi per stabilire una relazione e allo stesso tempo convivere ma ciascuno ha la propria routine. Le due tracce del film scorrono parallele ma spesso si sovrappongono e si scambiano di ruoli delineando uno spunto costante di riflessione e interrogativi dai quali piacevolmente possono nascere dei dibattiti. Purtroppo questa alternanza e sovrapposizione è un po’ troppo protratta e causa una perdita di incisività dei ruoli dei protagonisti che in alcuni momenti invece meriterebbero di essere esaltati.
Relazione zio-nipote che affronta il ruolo di genitorialità espresso/non espresso da chi ne assume il ruolo non essendone titolare. Confronto tra fratelli che ha come fulcro un bambino ma che riporta entrambi ai loro vissuti di fratelli. Su punti chiave come questi l’inserimento di brani d’interviste che riportano il protagonista al suo lavoro non producono sempre un effetto positivo sullo spettatore che bruscamente viene distolto dal precedente contesto per essere trasportato in un altro; con conseguente perdita si rilevanza per entrambi.